Steve Miller Band… re del rock classico

La Steve Miller Band è ancora un gruppo nominalmente attivo, anche se gli ultimi anni non li hanno visti protagonisti in concerti o nuovi lavori. D’altra parte parliamo di una band in piedi dal 1967, quando si formarono a San Francisco, per calcare le scene di tutti gli Stati Uniti. Un gruppo melodico e classico, famoso per alcune celebri canzoni, tra cui Abracadabra.

steve miller band
Steve Miller Band

Il leader è Steve Miller, voce e chitarra, e autore dei migliori pezzi che sono entrati nella testa degli statunitensi, come canzoni storiche della melodia rock. Non a caso erano tra i più passati in radio, grazie alla loro facile orecchiabilità, specialmente alla metà degli anni ‘70.

La storia

Lo storia della band comincia nel 1965, quando Steve Miller andò a Chicago per creare la Blues Band Goldberg-Miller assieme a Barry Goldberg e a Shawn Yoder. Nel gruppo anche Craymore Stevens e Lance Haas. Arriva subito il primo contratto con la Epic Records e la prima apparizione in Tv, ma Miller abbandona tutto per seguire la musica psichedelica di San Francisco. In California fonda così la Steve Miller Blues Band nel 1967 assieme a Harvey Kornspan, il manager che strappò un contratto da 860mila dollari per cinque anni, più un bonus di 25mila dollari, alla Capitol Records.

Subito arrivò un album dal vivo, il Live at Fillmore Auditorium, e poi l’album di debutto, registrato in Inghilterra nel ‘68, “Children of the Future”. Non fu un gran debutto, con pochissime vendite, ma conteneva “Baby’s Calling Me Home” e “Steppin’ Stone”. Il secondo album invece andò subito bene. Sailor del 1968 conteneva “Livin’ In The USA”, “Lucky Man”, “Overdrive” e “Dime-A-Dance Romance”.

Da lì furono praticamente solo successi, a partire dal terzo album, Brave New World, dove c’era “Space Cowboy” e “My Dark Hour”, in collaborazione con Paul McCartney. Poi Your Saving Grace e l’album Number 5 del 1970.

Ma l’anno successivo la band dovette fermarsi per un brutto incidente a Miller che si fratturò il collo. Fu così l’occasione per pubblicare l’album Rock Love con degli inediti live e altro materiale avanzato dai lavori in studio.

Poi il Recall the Beginning… A Journey From Eden e nel 1972 il doppio Anthology prima del grande successo di The Joker del 1973.
Da allora la band ha inanellato tanti successi, fino al 2011, quando si è praticamente fermata perché i suoi membri hanno iniziato a morire, quasi tutti di cancro.

Modern Lovers: sconosciuti ma fondamentali con un solo album

I Modern Lovers si sono divisi da tempo, dopo un solo album, ma hanno influenzato la musica punk come pochi. Il loro infatti è considerato un proto-punk successivo a Patti Smith, Iggy Pop e New York Dolls. Il loro unico album è del 76 e contiene l’irriverente Pablo Picasso. Fu fondato nel 1971 da Jonathan Richman, voce e leader, a Boston.

modern lovers
Modern Lovers

Sono stati ispirati dai Velvet Underground, e dopo essersi separati, i suoi membri fecero delle esperienze diverse.

Jerry Harrison fu tra quelli che fondarono i Talking Heads; David Robinson fece parte dei The Cars; Ernie Brooks collaborò con Ellott Murphy mentre il leader Jonathan Richman andò da solo come solista.

L’apporto al punk

Gli sconosciuti Modern Lovers sono invece conosciuti nel mondo punk, almeno quello dei primordi, tanto da essere celebrati dai Sex Pistols in The Great Rock ‘n’ Roll Swindle grazie alla rudissima cover di Roadrunner.

Richman suonava la chitarra nei locali di Boston già a 15 anni, con la sua prima esibizione nel 1967. Dopo il diploma, nel 1969, andò a New York dove conobbe anche il manager dei Velvet Underground, Steve Sesnick, ma dopo nove mesi nella Grande Mela fece un viaggio in Europa e in Israele, prima di tornare a Boston.

Le prime esperienze nella formazione di una band ricalcavano chiaramente lo stile dei Velvet, prima di assumere invece una sonorità del tutto autonoma. Intanto conobbe David Robinson e Rolfe Anderson, che formeranno i primi “The Modern Lovers”. La prima performance dal vivo è del settembre 1970, e “Roadrunner” era già nel repertorio, assieme a “She Cracked” e “Hospital”. Richman fu subito leader sul campo, con belle improvvisazioni dal vivo, ma già ai primi del 1971 Anderson e Felice lasciarono la band, sostuiti da Ernie Brooks e Jerry Harrison, allora studenti di Harvard.

Un cambiamento che portò fortuna alla band, notata anche dalla Warner Bros, che organizzò le prime sessioni in studio per un demo. Nell’aprile del 1972 i Modern Lovers andarono a Los Angeles per altri due promo e un giro di concerti, che fecero da base anche ad un album live. Diventarono popolari e riuscirono a firmare un contratto con la Warner Brothers, anche se dovettero aspettare il 1976 per il primo e unico album della band, dopo che la Warner li aveva abbandonati per varie vicissitudini. Un solo album, ma fondamentale.

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