“Nessuna scala da salire”, il nuovo album di Bugo è tutto da ballare

Bugo si distingue nel panorama musicale italiano per la sua vena un po’ folle, una peculiarità che o si ama o si detesta.

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Spesso, però, chi la detesta finisce per apprezzarla senza più riserve. Misteri dei percorsi critici. Chi invece la ama e segue l’artista da sempre non avrà trovato difficoltà nel trovare anche una crescita stilistica in Cristian Bugatti; è persino possibile osservare come la sua vena folle si sia nel tempo strutturata in uno sguardo laterale sul mondo, lo stesso che gli ha consentito di abbracciare questa nuova svolta decisamente funky.

La sorpresa del nuovo album di Bugo, Nessuna scala da salire, è che suona alla stregua di un album libero, leggero, si direbbe disimpegnato se non avesse una connotazione ancora negativa. Il fatto è che di cantautori impegnati non ce ne sono praticamente più e dunque il ruolo di Bugo diventa d’avanguardia, il capofila di una manciata di nuovi cantautori che si esprimono finalmente in musica. C’è stata un’escalation in questa consapevolezza, in Bugo per primo: Nessuna scala da salireè come il suo precedente album Nuovi rimedi per la miopia avrebbe voluto essere, come aveva fatto presagire ma non era ancora riuscito ad essere, pur desiderandolo. Il nuovo album è uscito in vinile, il formato che i dj apprezzano di più: anche un invito a scendere in pista per il piacere di ballare canzoni.

Musicalmente come detto “Nessuna scala da salire” è un disco libero, e lo si capisce subito. Infatti il primo pezzo Radiobugo non si preoccupa di essere altro da ciò che è, l’introduzione ad un album in cui la musica punta a svincolarsi dalle regole tipiche della canzone, strofa, bridge e ritornello, e vuole invece far divertire, muovere, ballare.