Nevermind dei Nirvana usciva 29 anni fa e ancora oggi fa tanto rumore

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Quando Nevermind dei Nirvana arrivò al primo posto della classifica Billboard 200, Dangerous di Michael Jackson fu sbalzato via. Non fu il grunge a vincere sul pop, ma quest’ultimo a perdere numeri, soppiantato da una rivoluzione musicale e generazionale che trovava nella band di Kurt Cobain un nuovo grido liberatorio.

Era così: Smells Like Teen Spirit diventò l’ossessione delle radio, della gente, di chi fino a quel momento aveva ascoltato solamente heavy metal e punk e soprattutto l’ossessione di Kurt che in più occasioni abbandonò il palco mentre la suonava. Avevano vinto, i Nirvana, dopo quell’antipasto che era Bleach (1989) e che aveva presentato una band che prometteva ma non riusciva a decollare. Da Seattle arrivava un nuovo ossigeno per coloro che cercavano una nuova dieta sonora.

La Sub Pop contattò Butch Vig e gli affidò la produzione del secondo album. Kurt, Krist e Dave, da poco arrivato per prendere il posto di Chad Channing, giunsero negli studi di Vig a bordo del loro furgone sgangherato. Avevano percorso centinaia di chilometri, erano sfiniti ma pieni di vigore, eppure avevano le idee chiare.

Soprattutto Kurt, che voleva lo stesso sound dei Melvins ma non riusciva a farsi andare bene niente, specie quando Butch Vig gli propose di sdoppiare la voce: “No”, disse Kurt, ma Vig gli ricordò che era una pratica usata anche da John Lennon. Lo convinse.

Il risultato, grazie al mixaggio di Andy Wallace, fu un disco grunge che suonava un pop fortissimo, e viceversa. Smells Like Teen Spirit, In Bloom Come As You Are furono le prime tre tracce, furono i singoli che lanciarono i 3 ragazzi al grande pubblico.

Il miracolo era compiuto: Nevermind dei Nirvana era ciò che il pubblico aspettava, ma anche ciò che un giorno avrebbe divorato Kurt Cobain portandosi via la sua giovinezza e il suo entusiasmo. Il capolavoro aveva creato troppe aspettative e per questo Kurt sentiva che non sarebbe più riuscito a raggiungere quel livello. Non era vero, In Utero (1993) fu probabilmente migliore di Nevermind dei Nirvana, ma in ogni disco della band di Kurt Cobain c’è un pezzo fondamentale della scena alternativa degli anni ’90, che senza quel disco non avrebbe avuto la spinta propulsiva.

Ascolta 22 Settembre di Ultimo – Testo

22 settembre di ultimo

22 Settembre di Ultimo è stata annunciata a sorpresa ieri, 21, sui canali social del cantautore romano ed è il primo singolo dopo un periodo di silenzio. Il brano è il primo pubblicato con la nuova etichetta, Ultimo Records. Una ballata celebrativa e intimista, strutturata in un 6/8 e distribuita in un crescendo che ricorda le grandi hit di Tiziano Ferro e che ci proietta nello spazio gigante di uno stadio, contesto che il cantautore ha fatto suo dopo lo storico concerto allo Stadio Olimpico di Roma.

Dopo aver firmato Chissà Da Dove Arriva Una Canzone di Fiorella Mannoia, Ultimo ritorna a fare musica dopo il successo di Colpa Delle Favole (2019) e non è ancora dato sapere se questo singolo farà parte di un disco in lavorazione.

Ecco il testo di 22 Settembre di Ultimo:

Preferisco vivere
senza mai più chiedere
preferisco stringere
che lasciare perdere

Vivo nel confronto
di un secolo e un secondo
e non trovo cosi assurdo
che il mondo sia un istinto
ti va se ci lasciamo
che torna il desiderio
poi vieni qui vicino
e raccontami un segreto

Io so di un vecchio pazzo
che parla alle persone
di cose mai accadute
per vivere un po’ altrove

Io la vita la prendo com’è
questo viaggio che parte da se
che non chiede il permesso mai a me
io la vita la prendo com’è

22 Settembre di Ultimo arriva dopo che l’artista aveva pubblicato un indizio sui social. Il cantautore, infatti, aveva messo in rete una foto che mostrava un calendario con la data “22 settembre” cerchiata, senza spiegare altro. Oggi l’artista rompe il silenzio. Il suo ultimo singolo pubblicato è stato Tutto Questo Sei Tu e con la pubblicazione del nuovo brano Ultimo inaugura la nuova avventura con la sua etichetta, che per il momento è presente su Instagram con un account seguito anche da Eros Ramazzotti.

Per il momento l’account Ultimo Records contiene solo due post: il primo mostra l’artwork del nuovo singolo, il secondo è una foto del cantautore in bianco e nero. Cosa arriverà dopo 22 Settembre di Ultimo? Non è dato saperlo, ma il 2020 non è ancora finito.

 

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Eccovi in anteprima la cover del nuovo singolo di @ultimopeterpan “22 settembre”, fuori ovunque a mezzanotte.

Un post condiviso da Ultimo Records (@ultimorecords) in data:

Dal download di musica alle app per Spiare WhatsApp: come proteggere i minori

app per Spiare WhatsApp
app per Spiare WhatsApp

Molti genitori si dicono preoccupati per la sicurezza dei propri figli quando si trovano davanti allo schermo dello smartphone. Inutile negarlo: il mondo virtuale di internet cela rischi, insidie e minacce che possono turbare la serenità dei bambini, dai contenuti inadatti ai minori e i siti truffaldini alla pornografia e i malintenzionati a caccia di giovani prede.

Il pensiero dei Prodigy per il compleanno di Keith Flint

Il compleanno di Keith Flint ricorre oggi, 17 settembre, e il compianto artista avrebbe compiuto 51 anni. I suoi compagni di avventura non lo hanno di certo dimenticato e proprio per questo gli hanno dedicato un pensiero sui social accompagnato da una gallery con immagini bellissimi che lo ritraggono sul palco.

Keith Flint si è spento il 4 marzo 2019, ma la tragedia non ha scritto la parola “fine” per la carriera della band britannica. I Prodigy, infatti, sono tornati in studio e nelle ultime ore hanno pubblicato un nuovo aggiornamento per comunicare ai fan di essere al lavoro sul nuovo album.

Sono passati due anni da No Tourists (2018), ultima prova in studio con l’artista scomparso, ma già nel luglio 2019 i Prodigy ci avevano fatto sapere di aver riacceso la macchina di produzione per lavorare sul nuovo disco. “Facciamo un po’ di casino”, avevano scritto l’estate scorsa e anche a questo giro, accanto a una foto che mostra un pupazzo all’interno dello studio, i Prodigy annunciano di essere “back on the beats”, ovvero “di nuovo sui beat”.

Accorato il pensiero che i componenti dedicano al compleanno di Keith Flint: “Sei sempre nei nostri pensieri, continua a far casino”. La morte di Keith Flint ha spento per sempre una delle voci più autorevoli del sincretismo tra techno e rock, un ibrido che spesso è stato definito neo-punk per l’energia animalesca portata sul palco e per i beat violentissimi dei brani più famosi – ricordiamo Smack My Bit*h UpFirestarter – che oggi sono ufficialmente pietre miliari della storia del rock.

Con la morte di Flint si aggiungeva un nuovo trauma tra le perdite più gravi degli ultimi anni: David BowieChris Cornell Chester Bennington hanno salutato questa Terra dopo aver lasciato un prezioso contributo alla musica. Per questo i Prodigy hanno scelto di riprendere l’attività e, dopo mesi di chiusura per via del COVID-19, sono pronti per riprendere i lavori sul seguito ideale di No Tourists.

Il compleanno di Keith Flint viene dunque celebrato con il ritorno dei suoi amici in studio per registrare il nuovo disco che sarà interamente dedicato all’amico scomparso troppo presto.

Il senso dei big per le cover che dobbiamo per forza apprezzare, ma perché?

big per le cover

Per la musica italiana è un brutto momento, e il senso dei big per le cover ce lo dimostra. Dopo la pessima figura del Bocelli negazionista, che ci ha fatto capire quanto l’artista si renda intoccabile agli occhi degli adulatori e quanto sia facile al perdere punteggio di fronte a una sua esternazione, durante l’estate ci è toccato lasciarci crivellare dalle continue cover delle popstar per l’iniziativa I Love My Radio. Un’idea buona, tutto sommato, ma che ci ha resi prigionieri.

“Tiziano Ferro è bravissimo, ha duettato con Massimo Ranieri”“Biagio Antonacci canta Battiato, un sogno”, ma de che? No, deponete le armi: nessuno vi sta dicendo che le versioni originali siano intoccabili e anzi, la storia ci insegna che tantissime volte i remake si siano rivelati migliori dell’originale – e dai, gli esempi sono tantissimi – ma la pioggia torrenziale di tributi dei big alle grandi canzoni del passato ci ha martellato per tutta l’estate.

Complice il COVID-19, complice quello sforzo di infondere serotonina nelle nostre giornate provate dal lockdown e dalla fobia sociale, dall’ipocondria e dall’ansia, le popstar sono passate dalle grandi dirette su Instagram all’horror vacui riempito come un imbuto. Il risultato è quel Tiziano Ferro che canta Rimmel di Francesco De Gregori, un episodio che non è dei peggiori (Ferro è un eccezionale performer) ma che tradisce la perdita di originalità, la prigione del mainstream e quell’ossessione di diventare nazional-popolari attingendo dal cantautorato più classico e profondo.

Oggi le popstar fanno il disco per placare l’hype dei follower – sì, dei follower e non dei fan – e quando non hanno una fava da proporre si buttano sulle cover. Funzionano, creano il cross-posting in assenza con gli autori originali, strizzano l’occhiolino al classico e passano per persone grate alla storia. Quale sarà il prossimo disco di Tizio? Un disco di cover. Oddio, Caio ha pubblicato un post e scrive: “Ho grosse novità in arrivo!”, poi scopri che è una cover.

No, amici, fatela finita, pigliatevi più tempo per scrivere qualcosa di decente e tirate fuori un disco che abbia senso, che non sia solamente un ticket da staccare per la vostra carriera e l’ennesimo post sponsorizzato sui social. L’ossessione dei big per le cover sta letteralmente sfuggendo di mano.

Una petizione per Morgan: affidargli un programma musicale sulla Rai

petizione per morgan

Nelle ultime ore è comparsa online una petizione per Morgan: i suoi fan vorrebbero che la Rai gli affidasse la conduzione di un programma di approfondimento musicale, un format divulgativo che coniughi spettacolo e dibattito. La firma non è di Marco Castoldi: Morgan, infatti, si è accorto della petizione e ha ringraziato i follower, raccogliendo l’appello e sponsorizzandolo sui suoi social.

L’appello è comparso su Change.org e lo troviamo a questo indirizzo. Il testo recita:

Chiediamo che venga dato un programma televisivo musicale a Morgan, in quanto riteniamo che sia la figura più idonea e competente in materia.
Negli ultimi dieci anni non è mai stato realizzato dalla RAI un programma televisivo musicale condotto da Morgan, e tutti gli spazi musicali sono stati affidati a persone dalle inferiori doti sia dal punto di vista dell’intrattenimento che della preparazione. Morgan ha puntualmente dimostrato, nelle varie occasioni in cui è stato ospitato, di eccellere in quel ruolo, surclassando i conduttori e gli altri interpreti sia nel gradimento che nei dati di ascolto.
Nonostante sia risaputo che egli si è più volte messo a disposizione dell’azienda pubblica di comunicazione radiotelevisiva, non è stato mai accettato un suo progetto e nemmeno gliene sono stati affidati in un qualsiasi formato preesistente.
Non vogliamo sapere il perché di questo ma chiediamo a gran voce che finalmente si produca lo show televisivo che grande parte dei telespettatori desidererebbe guardare ovvero lo spettacolo che abbia Morgan come protagonista e soprattutto narratore di musica, arte in cui dimostra padronanza e competenza, incontrando il gusto ed il favore del pubblico.

Morgan ha aderito, dicevamo, presentando la petizione sui suoi canali social e ha aggiunto il suo pensiero:

Ringrazio le persone che l’hanno lanciata e la condivido sui miei canali ufficiali, pur non essendone promotore, perché concordo con il testo e con le motivazioni addotte, e mi sorprende piacevolmente constatare che ci siano “telespettatori e cittadini contribuenti appassionati di musica” che levano la voce per chiedere ciò che un servizio pubblico dovrebbe fornire a tutti gli utenti, ovvero rispetto e competenza. Mi unisco, sia in qualità di contribuente telespettatore che di oggetto della questione, affermando che se mai potesse succedere che questa proposta venga concretamente ascoltata, dovrò riconoscere il merito al pubblico e di quella gratitudine non farò solo tesoro, ma lavoro e impegno.

La petizione per Morgan ha superato le 1000 firme.

Fiorella Mannoia canta Ultimo, ascolta Chissà Da Dove Arriva Una Canzone – Testo

fiorella mannoia canta ultimo

In Chissà Da Dove Arriva Una Canzone Fiorella Mannoia canta Ultimo, un nuovo autore entrato nella rosa di parolieri del mondo della cantautrice romana. Questo nuovo singolo è uscito il 2 settembre e da oggi, 4 settembre, sarà disponibile in rotazione radiofonica.

Il taglio è nella classica attitudine dei due artisti: una ballata evocativa e piena di suggestioni, una riflessione tra passato e presente che regala un’introspezione difficile da scrollarsi di dosso. Fiorella Mannoia ha raccontato l’esperienza con queste parole:

La musica, le canzoni… sono capaci di abbattere ogni barriera, anche quella generazionale. Le canzoni non hanno tempo e rimangono nel tempo per chi le vorrà ascoltare. Grazie a Ultimo per questo regalo.

Niente di più vero.

Chissà da dove arriva una canzone
Queste mie inutili parole
Se vengono da dentro
Oppure vengono scritte dal vento

Chissà da dove arriva il mare
Se parte qui o questo è già il finale
E come fanno le onde a mantenere
La stessa rabbia senza mai volare

Io un’idea ce l’ho e penso si avvicini a te

E arriverà domani
Aria se vento cercavi
Come il mare per un marinaio
che lo aspetta calmo al suo risveglio
E chissà se poi la vita scorre
O siamo noi a darle un senso a volte
Io non trovo qui una spiegazione
Ma forse è proprio dai tuoi occhi
Che arriva una canzone

Chissà da dove parte un mio pensiero
Se da chi sono oppure da chi ero
Ho chiesto a queste stelle un dono
Farsi più avanti e superare il cielo

Chissà quante domande ho fatto
Senza mai far capire cosa ho detto
Perché la vita è una commedia al buio
Dove per ridere serve del trucco
E questa sera non voglio mentire
Solo guardarmi dentro per cambiare
E chissà se questi giorni chiusi
Avranno un prato per volare fuori

Io non trovo mai una spiegazione
Ma forse è proprio dai tuoi occhi che nasce una canzone

E arriverà domani
Aria se vento cercavi
Come il mare per un marinaio
che lo aspetta calmo al suo risveglio
Io non trovo mai una spiegazione
Ma forse è proprio dai tuoi occhi
Che nasce una canzone

Ecco l’audio ufficiale del brano in cui Fiorella Mannoia canta Ultimo, autore di questo nuovo singolo.

Ascolta Ricordami di Tommaso Paradiso – Testo

Ricordami di Tommaso Paradiso è la quarta anticipazione dell’album, il suo debutto da solista, che arriverà nella primavera del 2021. Ancora una volta l’ex voce dei Thegiornalisti offre un brano dal mood nostalgico, in piena sintonia con il blues della fine delle vacanze e dell’inizio di settembre. Il brano è tipicamente pop nello stile del cantautore del quartiere romano di Prati.

Ricordami di Tommaso Paradiso è uscito a mezzanotte come anticipato dallo stesso artista. Non mancano le sfumature retrò che, a questo giro, sono conferite dal suono di un sax che inonda l’intro e il post-ritornello con il suo riff.

Oltre all’arrivo dell’album, il 2021 sarà per il cantautore anche l’anno del tour che quest’anno è dovuto slittare per via delle disposizioni governative in materia di contenimento della pandemia del COVID-19. Il sound del brano, oltre a richiamare le atmosfere già note al pubblico durante la carriera dei Thegiornalisti, spicca per le dinamiche fresche e gli strumenti alla brillantina, e il tutto è probabilmente un po’ troppo esasperato tanto da ricevere già forti critiche.

Noi che crediamo solo ai sogni e basta
noi che fumiamo mentre va la pasta
noi che sbagliamo a mandare i messaggi
nessuno che capisce i nostri sbagli

A noi che non ci piace fare finta
a noi che a volte non abbiamo grinta
amore Sally toccami la mano
scopiamo pure su questo divano

E se finisse pure il mondo adesso
la nostra vita resterà lo stesso

Abbracciami, baciamoci
ricordami
tanto comunque andrà sarà un successo
abbracciami, baciamoci
ricordami
tanto comunque andrà sarà un successo

Tu che mi dici asciugati i capelli
tu che ti svegli sempre dopo di me
io che non so neanche che giorno è
ma son contento ce ne andremo in vacanza

E se finisse pure il mondo adesso
la nostra vita resterà lo stesso

Abbracciami, baciamoci
ricordami
tanto comunque andrà sarà un successo
abbracciami, baciamoci
ricordami
tanto comunque andrà sarà un successo

Abbracciami, baciamoci
ricordami
tanto comunque andrà sarà un successo
sarà un successo, sarà un successo

Di seguito l’audio di Ricordami di Tiziano Paradiso, il nuovo singolo dell’ex voce dei Thegiornalisti che si prepara alla sua carriera solista.

Lo staff di Leonard Cohen contro Donald Trump: “Nessuna autorizzazione di usare Hallelujah nelle convention

leonard cohen contro donald trump

Ancora una volta il mondo della musica si oppone al tycoon: la nota dello staff di Leonard Cohen contro Donald Trump ammonisce l’inquilino della Casa Bianca per aver usato il brano Hallelujah durante una convention. Giovedì 27 agosto, infatti, è successo che al termine di un discorso del Presidente degli Stati Uniti, durante i fuochi d’artificio, sia stata trasmessa la versione del brano di Leonard Cohen interpretata da Tori Kelly e inclusa nella colonna sonora del film Sing (2016). Inoltre lo stesso brano è stato cantato dal tenore Christopher Macchio.

Il problema è che l’utilizzo del brano non era autorizzato. Lo ha precisato Brian J. Monaco, come riportato da Consequence Of Sound:

Alla vigilia della serata conclusiva della convention, i rappresentanti del Comitato Nazionale Repubblicano ci hanno contattato per ottenere il permesso per l’esecuzione dal vivo di ‘Hallelujah’ di Leonard Cohen. Abbiamo declinato la loro richiesta.

Il rappresentante legale Michelle L. Rice, inoltre, fa sapere che verranno prese azioni legali contro il Comitato Nazionale Repubblicano (Republical National Convention, RNC):

Siamo sorpresi e sconcertati che il Comitato Nazionale Repubblicano abbia agito pur sapendo che la Cohen Estate aveva espressamente declinato la richiesta di utilizzo mossa dal Comitato Nazionale Repubblicano e il suo sfacciato tentativo di politicizzare e sfruttare in modo così oltraggioso ‘Hallelujah’, uno dei brani più importanti del catalogo di canzoni di Cohen. Stiamo esplorando le nostre opzioni legali. Se il Comitato Nazionale Repubblicano avesse richiesto un’altra canzone, “You Want it Darker”, grazie alla quale è stato assegnato postumo a Leonard un Grammy nel 2017, avremmo potuto considerare l’approvazione di quel brano.

Pare sia consuetudine, tra i collaboratori e durante gli eventi che riguardano Donald Trump, impiegare canzoni non autorizzate e per questo tantissimi artisti, dai Rolling Stones ai REM, a più riprese si sono opposti al tycoon diffidandolo da usare la loro musica e durante le campagne elettorali e durante le apparizioni pubbliche. Numerose le prese di posizioni più rigide, come quelle di Bruce SpringsteenTom MorelloTaylor Swift, contro il Presidente. A questo giro c’è l’intero staff di Leonard Cohen, contro Donald Trump e per il solito motivo: l’uso non autorizzato di un brano durante un evento pubblico.

Latina di Emma è l’inno indie-pop alla leggerezza – Testo

Latina di Emma è quel tassello che mancava all’estate. Da oggi il singolo è disponibile su tutte le piattaforme streaming, sui digital stores e in rotazione radiofonica. Come racconta la stessa artista, il brano è un regalo ricevuto da Dario FainiCalcuttaDavide Petrella con la produzione di DRD, meglio noto come Dardust.

Ho ricevuto questa canzone, Latina, il giorno del mio compleanno su WhatsApp da Calcutta, Faini e Petrella e mi sono emozionata. Era inaspettata, e ho sentito da parte di tutti la voglia di spingersi in acque inesplorate. Mi piacciono le sfide, mi piace provare a scoprire fin dove posso spingermi. Latina è proprio questo: una canzone forte e diretta che profuma di libertà. Mi sento proiettata in una nuova dimensione e sono pronta per questo nuovo cambiamento.

Il risultato è un brano indie-pop al sapore d’estate, e nelle dinamiche ricorda vagamente Riccione dei Thegiornalisti.

Di seguito il testo di Latina di Emma.

Anche se non mi guardi
sono solo una voce
ho passato un’altra estate a innamorarmi di te
uscirò dalla radio per sfiorarti la pelle
sono solo una canzone me lo hai detto anche tu
E io non ti capisco, è così
mi vuoi latina ma non me lo dici
suona un vecchio disco, è così
mi hai fatto odiare da tutti i miei amici
adesso portami via
che più mento e più mi ami
si ma portami via
o mi scorderai domani

Per baciarti le labbra
non mi basta la voce
ma ho bisogno che tu ti ricordi di me
che mi canti per strada
e mi porti dove la paura non c’è
per baciarti le labbra
non ti basta chiamarmi per nome
tutta la vita o una notte per te
sono solo una canzone
sono solo una canzone

Perché almeno ci pensi
come fossi un sospiro
quella volta che mi hai detto:
“il motivo sei tu”
e anche se non mi guardi
resto solo una voce
soffi sopra una candela
e non mi senti più
adesso è buio pesto, è così
le stelle sono le stazioni
e ci corro dentro, è così
meno male se la porta il vento questa malinconia
che più mento e più mi ami
allora portami via
o mi scorderai domani

Per baciarti le labbra
non mi basta la voce
ma ho bisogno che tu ti ricordi di me
che mi canti per strada
e mi porti dove la paura non c’è
per baciarti le labbra
non ti basta chiamarmi per nome
tutta la vita o una notte per te
sono solo una canzone
sono solo una canzone

E adesso dove sei
io sono qui dentro la radio
e ancora non so come mai
mi cerchi in un’altra se sono qui
mi maledirai

Per baciarti le labbra
non mi basta la voce
ma ho bisogno che tu ti ricordi di me
che mi canti per strada
e mi porti dove la paura
per baciarti le labbra
non ti basta chiamarmi per nome
tutta la vita o una notte per te
sono solo una canzone
sono solo una canzone
sono solo una canzone
sono solo una canzone
sono solo una canzone

Il video ufficiale di Latina di Emma uscirà oggi, 28 agosto, alle 14.

L’assassino di John Lennon resta in carcere

assassino di john lennon

Nessuna libertà condizionata per l’assassino di John Lennon. Mark David Chapman, infatti, l’aveva richiesta per l’undicesima volta e la commissione giudicante, il 19 agosto, gli ha nuovamente negato la possibilità e Chapman potrà di nuovo fare richiesta a partire dal 2022.

La motivazione del veto è sia la sicurezza pubblica che quella personale di Chapman: qualcuno, per vendicare l’assassinio di John Lennon, potrebbe fargli del male o addirittura ucciderlo. Mark David Chapman uccise l’ex Beatle l’8 dicembre 1980 a New York, all’ingresso del Dakota Building nel quale abitava insieme alla moglie Yoko Ono.

Dopo essere riuscito a farsi fare un autografo su una copia del vinile Double Fantasy mentre Lennon usciva di casa, Chapman lo attese per altre quattro ore. Alle 22:52 l’ex Beatle e sua moglie rientrarono in casa e l’assassino era ancora lì, pronto per compiere il folle gesto. “Hey, Mister Lennon”, disse Chapman. Vide John voltarsi e gli esplose contro 5 colpi di pistola, 4 dei quali lo raggiunsero arrivando a perforargli l’aorta.

Ucciso Lennon, Mark David Chapman attese impassibile l’arrivo della polizia leggendo Il Giovane Holden di J. D. Salinger. Negli anni successivi l’assassino di John Lennon spiegò le ragioni del folle gesto:

Attraverso le lenti della malattia, mi sembrò l’unico modo per liberarmi dalla depressione cosmica che mi avvolgeva. Ero un nulla totale e il mio unico modo per diventare qualcuno era uccidere l’uomo più famoso del mondo, Lennon. Mi sentivo tradito, ma a un livello puramente idealistico. Vagando per le biblioteche di Honolulu mi imbattei in John Lennon: One Day at a Time. Quel libro mi ferì perché mostrava un parassita che viveva la dolce vita in un elegante appartamento di New York. Mi sembrava sbagliato che l’artefice di tutte quelle canzoni di pace, amore e fratellanza potesse essere tanto ricco. La cosa che mi faceva imbestialire di più era che lui avesse sfondato, mentre io no. Eravamo come due treni che correvano l’uno contro l’altro sullo stesso binario. Il suo “tutto” e il mio “nulla” hanno finito per scontrarsi frontalmente. Nella cieca rabbia e depressione di allora, quella era l’unica via d’uscita. L’unico modo per vedere la luce alla fine del tunnel era ucciderlo.

Per il momento l’assassino di John Lennon resta in carcere: sono passati 40 anni, ma c’è ancora chi vuole vendicare l’ex Beatle.

Arriva Cuore Di Cemento dei Modà, il singolo del ritorno al rock

cuore di cemento dei modà

Cuore DiCemento dei Modà sarà disponibile da venerdì 28 agosto su tutte le piattaforme streaming per l’ascolto e il digital download e anche in rotazione radiofonica. Nel comunicato stampa il frontman Kekko Silvestre ha raccontato il nuovo singolo con queste parole:

Con “Cuore di cemento” ritornano i Modà nella loro veste più riconoscibile. Un brano intenso, forse il più atteso anche da parte di chi ci segue da anni. Sono molto contento dei risultati conseguiti con “Testa o croce”, è stato un album molto apprezzato dai nostri fan, e sono allo stesso tempo curioso di sapere che cosa ne pensano di risentirci con questa sonorità.

Testa O Croce è l’album uscito nel 2019 che ha decretato il ritorno sulle scene della band milanese a quattro anni di distanza da Passione Maledetta (2015). Con questo nuovo singolo i Modà annunciano un ritorno al sound delle origini, caratterizzato dal rock romantico ed energico che oggi li fa considerare tra le band più apprezzate della scena italiana.

Il loro stile è stato spesso accostato a quello dei Negramaro di Giuliano Sangiorgi per l’accostamento tra chitarre elettriche, ballate, testi poetici e sofferti e canzoni d’amore. Il successo dei Modà è dovuto a singoli come ArriveràSon Già SoloFavolaTappeto Di FragoleLa Notte, brani che ancora oggi sono presenti nelle scalette dei concerti.

A proposito di concerti, inoltre, i Modà parteciperanno ai Seat Music Awards che si terranno all’Arena di Verona il 5 settembre, un evento a sostegno di tutti gli operatori e i lavoratori dello spettacolo che durante il grande lockdown per il contenimento della pandemia del COVID-19 sono stati duramente colpiti e ancora oggi soffrono le conseguenze della sospensione dei concerti.

Cuore Di Cemento dei Modà, pur non essendo ancora disponibile, è già una delle novità più attese del 2020: negli anni la band milanese ha saputo conquistare numeri importanti e ha abbracciato milioni di fan specialmente con gli eventi negli stadi e con le tante collaborazioni che hanno arricchito il loro percorso artistico.

Come già detto, Cuore Di Cemento dei Modà sarà disponibile a partire da venerdì 28 agosto su tutte le piattaforme.

I Love Beirut di Mika sarà un evento in streaming per ricostruire la capitale del Libano dopo le esplosioni

i love beirut di mika

I Love Beirut di Mika è l’evento che il cantautore anglo-libanese di Take It Easy ha scelto per chiamare tutto il mondo a rapporto e contribuire alla ricostruzione dopo le tragiche esplosioni del 4 agosto 2020 che hanno strappato alla vita 200 persone con il ferimento di altre 7000. Lo ha annunciato lui stesso, e da ieri – 24 agosto – sono già disponibili i biglietti per partecipare.

Nessun assembramento, nessun rischio per la salute: I Love Beirut di Mika sarà trasmesso esclusivamente in streaming e per noi, in Europa e in Italia, avrà inizio il 19 settembre alle 21. I biglietti per partecipare all’evento sono disponibili sulla piattaforma TicketMaster a questo indirizzo al costo di 10 euro.

Sarà possibile, inoltre, effettuare delle donazioni libere sulla piattaforma GoFundMe che per l’occasione ha creato una pagina dedicata all’evento a questo indirizzo. Mentre scriviamo le donazioni hanno raggiunto quota 18mila sterline.

L’intero ricavato sarà devoluto a Red Cross LebanonSave The Children Lebanon e servirà per ricostruire, offrire assistenza e partecipare attivamente alla rinascita della capitale del Libano dilaniata dalla tragedia. I Love Beirut di Mika consisterà in 2 ore di spettacolo “con grandi sorprese”, come annuncia il cantautore.

Poche ore dopo la tragedia Mika aveva pubblicato una lettera accorata alla sua città, pubblicata tra le colonne del Corriere della Sera:

Mia cara Beirut,

è mattina presto da questa parte del mar Mediterraneo, e mi sento al tempo stesso così vicino e così lontano da te. Così vicino a te, devastata dall’apocalisse, non riesco a smettere di guardare attonito i visi martoriati dei miei fratelli e delle mie sorelle. Nei loro occhi intravedo il terrore, le lacrime. Mi vengono i brividi quando vedo quel ferito riverso sul lunotto posteriore di una vecchia auto, quella ragazza coperta di sangue tra le braccia del padre, quegli abitanti sconvolti che corrono per le strade cosparse di calcinacci, vetri rotti, mobili inceneriti… Così lontano da te, in balia dell’apocalisse, non riesco a smettere di pensare al rumore assordante delle due esplosioni che continua a rimbombare nelle orecchie della gente. Le grida delle famiglie in lutto e delle vittime frastornate si confondono con le sirene spiegate delle ambulanze nel cuore della notte. Al telefono mi hanno raccontato anche del silenzio che regnava alle prime luci del giorno, dell’odore che si sprigionava dalle macerie fumanti.

Di fronte a questo caos, ripenso a una frase del poeta libanese Khalil Gibran: «Per arrivare all’alba non c’è altra via che la notte». Da mesi avevi imboccato di nuovo la via della notte. C’erano le divisioni, l’eco dei conflitti alle frontiere, la corruzione, l’impotenza di chi ti governava, la crisi monetaria che ha gettato le famiglie nella miseria, e poi l’epidemia di Covid sempre più virulenta. La leggerezza libanese, antidoto alle tragedie della storia, lasciava spazio alla rabbia e alla paura. Giorno dopo giorno l’angoscia mi saliva dentro, come se le tue ferite si riaprissero, come se le radici che ho lasciato all’età di un anno e mezzo mi riagguantassero.

E poi all’improvviso, martedì alle 18:10, una funesta nube grigia è salita dal porto, falcidiando un popolo allo stremo delle forze. Uno spesso fumo arancione ha offuscato il cielo di Beirut. Ha preso il posto del lontano ricordo, tante volte rievocato da mia madre, della luce gialla che inondava il nostro appartamento al quarto piano affacciato sul mare. Come non leggere in quelle due esplosioni il simbolo di un sistema che va in pezzi. Come non sentirci il frastuono delle bombe che seminavano morte per le tue strade ancora segnate dalle stigmate della guerra. Il Primo ministro libanese Hassan Diab assicura che i responsabili dovranno «risponderne». Ma i responsabili di chi? di cosa? I responsabili di trent’anni d’agonia che hanno trasformato il paese dei cedri nel paese delle ceneri.

Dicono che la catastrofe sia un tragico epilogo. L’ultima di una serie di disgrazie. Dopo la notte arriverà l’alba. Conosco la tua resilienza, la tua forza, lo spirito di solidarietà nutrito dall’amalgama di culture che contraddistingue questa terra a metà strada tra il mondo arabo e l’Europa. Domani ti risolleverai come hai sempre fatto. La musica tornerà a risuonare dalle finestre, i corpi danzeranno tra i tavoli all’aperto, i profumi si spanderanno dalle cucine. E io sarò lì.

Mika

I Love Beirut di Mika sarà trasmesso su YouTube.

Dynamite dei BTS è già il singolo dei record

dynamite dei bts

Sono bastate le ore successive – o forse i minuti – al lancio del singolo Dynamite dei BTS per parlare di record. Come riporta un rapporto pubblicato da NME, infatti, il video ufficiale della nuova canzone dei Bangtan Boys è il primo nella storia di YouTube ad aver superato i 100 milioni di visualizzazioni nell’arco di 24 ore.

Del resto ogni novità della band k-pop di Seul è sempre motivo di hype. Dalla loro comparsa sulla scene, i BTS hanno saputo riempire quel vuoto generazionale che è tipico di ogni decennio della storia della musica. Chi ha respirato e vissuto gli anni ’90 ricorda i Take That, i Backstreet Boys, i 5ive e gli ‘N Sync e oggi, nel 2020, i teenager di tutto il mondo adorano i BTS.

Quella del k-pop sudcoreano è una vera e propria ondata, grazie a presenze degne di pareggiare i BTS come le Blackpink che sono arrivate addirittura a partecipare all’ultimo disco di Lady GagaChromatica (2020). C’è da dire, inoltre, che Dynamite dei BTS è un brano dedicato interamente ai loro fan che si riconoscono dietro il termine Army.

Alla Army, specialmente, Jungkook ha dedicato un pensiero durante un’intervista per rispondere alla domanda: “Chi porteresti con te su un’isola deserta?”. Lui ha risposto: “La Army”, rivolgendo ai supporter tutto il suo affetto. Con Dynamite dei BTS la Army ha quell’abbraccio necessario a placare l’angoscia provocata dal lockdown, alla paura per il COVID-19.

Ora, mentre scriviamo, il video su YouTube ha raggiunto quota 175 milioni e sappiamo che il numero è destinato a salire ulteriormente. A favorire il suo successo, oltre al nome della band che è sempre una garanzia per i fan del k-pop, è quel messaggio sulle good vibes sul quale è incentrato tutto il testo. I BTS ballano e cantano nel video, si muovono come Michael Jackson, citano i Beatles e i Rolling Stones e lanciano un beat che strizza l’occhio alla disco music, scegliendo di omaggiare gli anni ’70 anche nelle atmosfere e nell’outfit.

Alla musica, la band, deve tanto e così ai loro fan. Per questo Dynamite dei BTS è già record: un groove audace unito a una dichiarazione d’amore per la Army non potevano che funzionare.