Grammy Awards 2015: i best (e worst) moments

Anche quest’anno lo spettacolo dei Grammy Awards ha regalato dei momenti indimenticabili, dal discorso pieno di autostima di Sam Smith, trionfatore della serata, all’esibizione non proprio “felice” di Pharell fino allo spettacolo spirituale di Annie Lennox.

Dopo aver vinto il suo primo premio per il Best New Artist, Sam Smith, nel suo secondo discorso per il Best Pop Vocal Album, ha svelato di aver fatto di tutto affinché la sua musica venisse, ascoltata, compreso il perdere molto peso. Poi ha iniziato ad essere se stesso e da allora la sua musica a iniziato ad essere amata, per cui ringrazia tutti per averlo accettato così com’è.

Moltissimi applausi per l’esibizione di Hozier, o meglio, per l’intervento quasi spirituale di Annie Lennox, che ha arricchito “Take me to church” e ha mandato la folla in visibilio per “I put a spell on you”.

Che dire dello spettacolo di Madonna in tema matador? Un tripudio di ballerini con grosse corna e maschere scintillanti e un mini-abito rosso e nero per la regina del pop che manda così, simbolicamente a quel paese, gli hacker.

Presentazione di tutto rispetto per Katy Perry, introdotta nientepopodimeno che dal Presidente Obama, che denuncia così le violenze domestiche.

Versione dimessa di “Happy” di Pharrell Williams, che omaggia le vittime di Ferguson, e che si presenta sul palco con una mise piuttosto singolare, quasi da facchino di un hotel, come lui stesso sottolinea: “Come puoi vedere, sono al tuo servizio, Signore”.

Tanti duetti in questa serata, anche se la collaborazione che ha entusiasmato di più è stata quella del trio Rihanna, Kanye West e Paul McCartney.

Grande sorpresa per la presenza di Prince, che introduce il premio al miglior album, annunciando che gli album ancora contano, esattamente come i libri e le vite dei neri.

Uno dei momenti più imbarazzanti o esilaranti, dipende dai punti di vista, è stato quando Kenye West è quasi salito sul palco all’annuncio dei Beck come vincitori del premio miglior album. Un déjà vu che riporta subito all’episodio degli Mtv VMA del 2009, quando West protestò per il premio dato alla Swift. Ebbene non si è trattato di una divertente autocitazione, West era infatti determinato a salire per esprimere il suo dissenso (come al solito riteneva che il premio dovesse andare a Beyonce), ancora una volta.

Standing ovation, oltre che per Prince, anche per Stevie Wonder, sul palco insieme a Jamie Foxx.

Ancora un omaggio alle vittime di Ferguson e al film “Selma”, sulla marcia di Martin Luther King per quanto riguarda le commoventi esibizioni di Beyonce, John Legend e Common.