Jovanotti: “Suonare in America significa ripartire da zero”

Jovanotti, che ha appena pubblicato per il mercato statunitense l’album Italia 1988-2012, intervistato da La Repubblica, ha parlato della sua esperienza a stelle e strisce e dei risultati che finora ha raggiunto oltreoceano.

L’avventura americana di Jovanotti è partita così:

Cinque anni fa mi dissero: andiamo a fare un concerto a New York. A me suonava male, è il contentino di fine tour, più una vacanza premio che altro. Così dissi al mio agente americano: guarda, va bene, ci siamo divertiti, ma perché non facciamo una cosa diversa? Quindi, se decidessi di prendermi un appartamentino qui, per qualche mese, mi fai suonare nei club? Disse ok, proviamo. 

Jovanotti elenca i risultati che ha raggiunto con questo tour speciale che va avanti da ormai 3 anni:

Piano piano si è sparsa la voce, sono venuti anche gli addetti ai lavori, se ne sono accorte riviste come Time Out, il Village Voice. Poi ci ha visto un agente di Chicago e ci ha portato al Bonnaroo, che è uno dei tre festival più importanti d’America e ora esce un album per un’etichetta indipendente.

Per Jovanotti, l’avventura negli USA è una sfida:

A me questo mestiere piace da pazzi. E io ho voglia di crescere, di imparare cose nuove, questa volta mi sono detto, proviamo a passarci un inverno intero. Voglio fare il mio mestiere, espandermi, anche umanamente, voglio infilare le mani in quella che è l’origine del mio lavoro. In Italia non mi sarebbe concesso arrivare come un anonimo in un locale e fare un deejay set. Qui lo posso fare, e devo misurarmi senza rete, senza contare sul successo. Anche cantare un pezzo che magari in Italia è un successo pazzesco e in America non lo conosce nessuno, è strano ma elettrizzante, significa rimettere in gioco tutto. Ripartire da zero.

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