Probabile il concerto per Gaza a Milano: cosa sappiamo finora

Siamo più vicini ad un nuovo concerto per Gaza. Il Consiglio comunale di Milano ha avanzato una proposta significativa per lanciare un messaggio di pace e solidarietà, approvando all’unanimità un ordine del giorno, primo firmatario Marzia Pontone (Lista Sala), che chiede l’organizzazione di un grande concerto. L’evento, da dedicare alle vittime civili sia israeliane che palestinesi, si propone di trasformare la città in un simbolo di ricomposizione e umanità in un momento di profonda crisi internazionale.

Aumentano le probabilità di un concerto per Gaza a Milano

L’iniziativa non è solo un gesto simbolico, ma si inserisce in un contesto storico preciso, proponendo che il concerto si tenga in un “luogo altamente simbolico”. L’indicazione principale è ricaduta sul Piccolo Teatro di Milano. La scelta non è casuale: il Piccolo fu il fulcro da cui ripartì la ricostruzione culturale del dopoguerra, grazie all’intuizione di Paolo Grassi e Giorgio Strehler.

Essi, con il sostegno dell’allora sindaco socialista Antonio Greppi, vollero un teatro pubblico come strumento essenziale per la ricostruzione morale e civile della città. Quella rinascita avvenne in Palazzo Carmagnola, che durante la Repubblica Sociale Italiana era stato sede della famigerata brigata fascista “Ettore Muti”, caricando il luogo di un potente significato di riscatto e superamento degli orrori della guerra.

L’ordine del giorno pone l’attenzione sulle vittime innocenti di entrambi i fronti. Violenza, terrore, morte sono state purtroppo le protagoniste della popolazione palestinese, ma non solo, anche gli israeliani hanno dovuto fare i conti con attacchi terroristici. In un contesto del genere, ecco che la musica può avere un ruolo speciale, in grado di esprimere al meglio ciò che risulta essere complicato attraverso le parole.

Richiamando eventi storici come il Live Aid, Peace One Day o il concerto per la riunificazione di Berlino, e focalizzandosi sulla storia milanese, il documento cita l’inaugurazione della Scala nel 1946 diretta da Arturo Toscanini, dopo i bombardamenti. Il concerto, da organizzare congiuntamente dal Comune, enti culturali, associazioni del terzo settore e realtà ecclesiali, si pone l’obiettivo di agire proprio contro quest’atmosfera divisiva della guerra, con un obiettivo comune che resta sempre e solo quello della pace.

A livello pratico, l’iniziativa si propone di contrastare in maniera viva e consapevole quell’ondata di antisemitismo, islamofobia, odio religioso e discriminazioni etniche che sembrano ormai aumentare sempre più. Coloro che hanno proposto questo evento vedono il concerto come la prima azione concreta per un messaggio di fratellanza e riconciliazione, un preludio al ripristino delle relazioni con le città gemellate di Tel Aviv e Betlemme.

L’intenzione è anche quella di poter fornire aiuti umanitari e dar vita ad un’ accoglienza temporanea a Milano per le persone più fragili. L’evento musicale diventerebbe così il catalizzatore da cui far scaturire iniziative più strutturate e di aiuto tangibile.