Sanremo2012, Marco Guazzone a Musickr: “La musica deve unire: vorrei duettare con i miei avversari”

Marco Guazzone sarà uno dei protagonisti della categoria Giovani della prossima edizione del Festival di Sanremo. Marco presenterà Guasto, un brano che “parla dei periodi difficili e tristi che una persona deve affrontare“. Ecco la nostra intervista.

Come stai?

Strano, ma bene.

 A Sanremo presenterai il brano Guasto. Come è nato?

Lo spunto per la canzone è geografico: l’ho scritta la scorsa estate a Guasto, una località suggestiva del Molise. Ero stato invitato per un concerto piano&voce quando, suonando al pianoforte, è nato questo “tema”. La canzone parla dei periodi difficili e tristi che una persona deve affrontare durante un percorso di vita o durante una storia d’amore. Nonostante tutto, però, questi sono i momenti più importanti perché ci aiutano a diventare più maturi e più forti.

Quindi è anche un brano autobiografico?

Sicuramente. Sia pensando ad una storia d’amore, che ad un percorso artistico che passa da momenti bui, ma necessari.

Con te sul palco dell’Ariston ci saranno gli Stag. Chi sono?

La mia band. Stefano Costantini, il trombettista, ha scritto insieme a me il brano. E sarà anche il mio direttore d’orchestra: sarà il direttore più giovane, ha 21 anni. Avremo anche questo primato (ride, ndr). Purtroppo, per motivi tecnici, gli altri componenti della band non saranno sul palco, ma in platea a supportarci. Però loro sono comunque nel brano, perché è il prodotto del lavoro di tutti noi.

Che tappa rappresenta, per la tua carriera, Sanremo?

Devo confessare che ancora non ho realizzato. Se ci penso… è incredibile! Seguo Sanremo da quando ero piccolo, da quando ho capito che volevo fare della musica la mia vita. Sanremo rimane, nel momento storico musicale, la vetrina più genuina ed importante che abbiamo; rispetto ai talent permette ai giovani di portare un proprio brano e suonarlo insieme ad un orchestra, che è l’opportunità più bella.

La vivi come una gara?

Io credo poco nella musica come gara, perché la musica deve unire. Forse è l’aspetto televisivo che la fà passare come una gara. Invece sarebbe bello duettare con i miei “avversari”, invece che duellare. Sembrerà modestia, ma solo salire su quel palco è la vittoria più grande. 

Speri nella vittoria?

Sono circondato da altri “giovani” talentuosi, con più gavetta di me e più sostenitori di me. Quindi no.

Cosa ti aspetti dal dopo-Sanremo? Hai delle ambizioni particolari?

Mi aspetto di continuare a fare quello che ho fatto fin’ora, ovvero cantare. Se il lavoro che ho fatto fino ad oggi mi ha portato fino a Sanremo, vuol dire che – forse – ho fatto qualcosa di buono. So che, probabilmente, Sanremo porterà dei cambiamenti, ma lotterò per farli avvenire in maniera graduale. Voglia che sia il risultato di una crescita.

Come è nata la collaborazione con l’etichetta discografica Emi?

Lavoro con la Emi da quasi un anno. Mi sono iscritto con la Emi a SanremoSocial e, già quando sono passato fra i 60 finalisti, sono arrivate tante proposte anche da altre etichette: Sony, Emi, Warner. E’ stato come andare al LunaPark, avere le tasche piene di gettoni e non sapere che giostra prendere. Però la Emi rispecchiava maggiormente l’idea di non stravolgere il progetto che già stavo portando avanti con gli Stag.

In bocca al lupo!

Photo Credits | Alessandro Cantarini