Roberto Vecchioni: “Fare qualcosa per gli altri rappresenta almeno il 50% della vita di un artista”

Roberto Vecchioni , lunedi 5 novembre alle ore 21, terrà un concerto all’Auditorium di Milano. Lo spettacolo si chiama I colori del buio e si tratta di  una serata dedicata alla raccolta fondi per Telethon.Il cantautore, in un’intervista a TgCom 24, spiega che ha fortemente voluto questo concerto:

E’ un’occasione che ho fortemente voluto e per la quale ho messo a punto uno spettacolo speciale. Fare qualcosa per gli altri rappresenta almeno il 50% della vita di un artista. Era un’occasione da non perdere perché fare qualcosa per gli altri è sempre speciale. È un bel posto, sarà bella anche la gente. Ho voluto allestire uno spettacolo completo perché fosse una festa non soltanto di beneficenza ma anche una festa artistica di grande livello.

Vecchioni ci tiene a sottolineare che si tratterà di un grande spettacolo:

Ci sarà la band al completo arricchita dalla sezione di archi, cosa che non mi è capitata in tutte le date della tournée. E poi ho preparato dei parlati appositamente per questa serata oltre a una accurata ricerca antologica di canzoni per una scaletta speciale.
Secondo il cantautore milanese la musica ha ancora una certa influenza quando si tratta di impegno civile:
Penso che abbia un impatto ancora molto importante. Dipende da che musica è, da come ti poni, da come ti emozioni e se ti mostri pienamente disponibile a quello che stai dicendo. Quando tutto gira per il verso giusto la musica crea i presupposti per un ripensamento dei propri egoismi e un’accettazione dell’altruismo.
Vecchioni dice la sua sulla crisi del mondo discografico:
È evidente che il mezzo meccanico, il cd, non sia più in linea con le esigenze della gente. Bisognerà rimediare in altro modo: c’è internet, i collezionisti prendono i vecchi vinili… Dal punto di vista compositivo e creativo invece penso ci siano tante cose buone e di tanti generi. C’è stato un fiorire di molti modi di pensare la musica rispetto a venti o trent’anni fa. Almeno da questo punto di vista io tutta questa crisi non la vedo.
Il calo delle vendite ha riportato in primo piano le esibizioni live:
Assolutamente. Anche se oggi come oggi  è molto dispendioso fare concerti. Ma chi non ha avuto pretese eccessive per fare un concerto è rimasto a servire il pubblico, a parlare con la gente. Che, al di là di qualsiasi retorica, è bellissimo ed è il primo motivo per cui facciamo musica. C’è anche chi la fa solo per guadagnare ma non credo siano in tantissimi.