Miley Cyrus canterà i Metallica in un album di cover

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Miley Cyrus canterà i Metallica e lo farà in un album di cover dedicato interamente ai Four Horsemen. Non le è bastato, a quanto pare, ricevere il plauso dei Cranberries per la sua cover di Zombie e per il suo indiscusso tributo alla compianta Dolores O’Riordan.

Ultimamente la popstar di Wreckin’ Ball ha indossato i panni della rocker regalando tributi a tanti artisti della storia del rock, come nel caso di Heart Of Glass dei BlondieBoys Don’t Cry dei Cure. Ora, da un’intervista rilasciata dalla ex Hannah Montana al magazine Interview emerge che nel mese di ottobre si è impegnata a registrare un album di cover dei Metallica.

La popstar non è nuova ai tributi alla band di James Hetfield: nel 2019 aveva cantato Nothing Else Matters durante il festival di Glastonbury. C’è chi, e con ragione, rievoca l’orrore della cover di Fuel eseguita da Avril Lavigne durante lo show MTV Icon: Metallica, ma è d’uopo aspettare.

Siamo fortunati a poter continuare a lavorare alla nostra arte in questo periodo. All’inizio non mi sentivo ispirata ma ora sono a pieno regime.

Del resto, nell’intervista Miley Cyrus ha ammesso di aver studiato Iggy Pop per imparare come muoversi sul palco. Del rock, ancora, ha appreso l’importanza di stare nel proprio bus anziché vivere di alberghi durante il tour. “In questo modo ho il mio spazio”, dice la voce di Adore You, che all’interno del suo mezzo riesce a scrivere, disegnare e addirittura scolpire nuove opere.

Un affetto, quello per il bus, legato inevitabilmente a suo padre che sin da piccola la portava con sé in un van che era diventato la sua sala giochi, la sua stanza personale. Per il momento non è dato sapere se e quando uscirà l’album di cover dei Metallica, ma Miley Cyrus ci ha abituati alle sorprese.

Dal momento che Miley Cyrus canterà i Metallica ci si aspetta un nuovo cambio di direzione della popstar camaleontica, decollata con la TV per ragazzi e atterrata sul mainstream come icona sexy, in un continuo processo di ridimensionamento del proprio ego: sarà gloria? Non possiamo saperlo, ma sicuramente Hetfield e soci apprezzeranno.

Il senso dei big per le cover che dobbiamo per forza apprezzare, ma perché?

big per le cover

Per la musica italiana è un brutto momento, e il senso dei big per le cover ce lo dimostra. Dopo la pessima figura del Bocelli negazionista, che ci ha fatto capire quanto l’artista si renda intoccabile agli occhi degli adulatori e quanto sia facile al perdere punteggio di fronte a una sua esternazione, durante l’estate ci è toccato lasciarci crivellare dalle continue cover delle popstar per l’iniziativa I Love My Radio. Un’idea buona, tutto sommato, ma che ci ha resi prigionieri.

“Tiziano Ferro è bravissimo, ha duettato con Massimo Ranieri”“Biagio Antonacci canta Battiato, un sogno”, ma de che? No, deponete le armi: nessuno vi sta dicendo che le versioni originali siano intoccabili e anzi, la storia ci insegna che tantissime volte i remake si siano rivelati migliori dell’originale – e dai, gli esempi sono tantissimi – ma la pioggia torrenziale di tributi dei big alle grandi canzoni del passato ci ha martellato per tutta l’estate.

Complice il COVID-19, complice quello sforzo di infondere serotonina nelle nostre giornate provate dal lockdown e dalla fobia sociale, dall’ipocondria e dall’ansia, le popstar sono passate dalle grandi dirette su Instagram all’horror vacui riempito come un imbuto. Il risultato è quel Tiziano Ferro che canta Rimmel di Francesco De Gregori, un episodio che non è dei peggiori (Ferro è un eccezionale performer) ma che tradisce la perdita di originalità, la prigione del mainstream e quell’ossessione di diventare nazional-popolari attingendo dal cantautorato più classico e profondo.

Oggi le popstar fanno il disco per placare l’hype dei follower – sì, dei follower e non dei fan – e quando non hanno una fava da proporre si buttano sulle cover. Funzionano, creano il cross-posting in assenza con gli autori originali, strizzano l’occhiolino al classico e passano per persone grate alla storia. Quale sarà il prossimo disco di Tizio? Un disco di cover. Oddio, Caio ha pubblicato un post e scrive: “Ho grosse novità in arrivo!”, poi scopri che è una cover.

No, amici, fatela finita, pigliatevi più tempo per scrivere qualcosa di decente e tirate fuori un disco che abbia senso, che non sia solamente un ticket da staccare per la vostra carriera e l’ennesimo post sponsorizzato sui social. L’ossessione dei big per le cover sta letteralmente sfuggendo di mano.

8 cover migliori della canzone originale

Tutti i grandi artisti si sono cimentati almeno una volta nel re-interpretare pezzi famosi di altri autori. Spesso sono semplici tributi che non eclissano il valore e l’importanza del pezzo originale. In alcuni casi particolari, però, una cover esce fuori meglio dell’originale, un po’ come se il brano fosse stato scritto, in origine, proprio per quella voce e per quell’arrangiamento.
Ecco di seguito 8 esempi illustri: canzoni rifatte da altri che nella loro versione “B” superano di gran lunga l’originale, con una sola eccezione “complementare” (la trovate al quarto posto).