Amir Issaa: “Non voglio l’etichetta di rapper dei figli di immigrati, voglio parlare anche di altro”

Amir Issaa, autore di Scialla, colonna sonora dell’omonimo film cinematografico, rivelazione dei mesi scorsi, ha rilasciato alcune dichiarazione all’agenzia Ansa chiedendo di non essere etichettato come rapper dei figli degli immigrati. Meticcio, Peso Piuma, China (questi sono gli altri pseudonimi con i quali è conosciuto) vorrebbe infatti parlare anche di altro:

Rappresento i figli degli immigrati, e va bene, ma voglio anche essere libero di parlare d’altro. Non voglio essere etichettato come il rapper delle seconde generazioni.

Amir, padre egiziano ma ”italiano al 100%”, rivendica dunque il diritto di affrontare nelle sue canzoni anche altri temi, oltre a quello dell’immigrazione: dalle storie di periferia alla quotidianità nella vita dei ragazzi. Il rapper sottolinea come in Italia siano ancora presenti troppi luoghi comuni e pregiudizi:

Uno come me che e’ nato qui  si vuole sentire italiano al 100% e non sentirsi chiedere in continuazione se a casa mangia tutti i giorni il kebab o il couscous.

Infine, ha aggiunto:

Le problematiche che ha un ragazzo nato in Italia sono diverse da quelle del genitore che è arrivato da straniero. Io non mi sono dovuto integrare, non mi sono neanche mai posto il problema di come mi sono integrato. Forse sono stato fortunato, altri magari hanno avuto una situazione diversa. Certo, sono fiero delle mie origini, ma rifiuto le forzature. Addirittura volevano farmi fare i videoclip nel deserto, in Marocco e cose del genere.