Pussy Riot in carcere: Red Hot Chili Peppers, Sting e Madonna si schierano

Red Hot Chili Peppers, Madonna, Sting, Franz Ferdinand. Tutti dalla parte delle Pussy Riot, la band femminile russa attualmente in carcere per aver fatto irruzione e aver cantato un inno anti-Putin all’interno della cattedrale di Cristo Salvatore di Mosca a febbraio e quindi accusata di teppismo. Tra gli artisti che hanno mostrato il loro sostegno alle colleghe ci sono i Red Hot Chili Peppers, i quali nel corso del loro ultimo show in Russia, hanno indossato delle t-shirt con scritte che chiedevano la liberazione delle tre. Sting, sul suo sito web, ha scritto:

E’ spaventoso quello che sta succedendo alle Pussy Riot, rischiano fino a sette anni di carcere. Il dissenso è un diritto legittimo e fondamentale in ogni democrazia e i politici moderni devono accettarlo e tollerarlo.

Sulla stessa lunghezza d’onda i Franz Ferdinand:

Ogni leader che dice di essere fan di Beatles e di Lennon e poi mette in carcere dei musicisti è il peggior ipocrita possibile.

Anche Madonna, in passato critica nei confronti della mancanza di libertà in Russia, potrebbe essere coinvolta nel caso; gli avvocati delle Pussy Riot pare abbiano contattato Miss Ciccone chiedendone sostegno.

Intanto la band ha ammesso di aver compiuto un “errore etico:

Il fatto che non riconosciamo la nostra colpa non significa che non siamo pronte a spiegare le nostre azioni e che non riconosciamo i nostri errori. L’errore sta nel fatto che abbiamo portato in chiesa il genere musicale che stiamo elaborando e se qualcuno si è sentito offeso siamo pronte a riconoscere di aver commesso un errore etico. Non siamo contro il Cristianesimo, le nostre motivazioni sono esclusivamente politiche.

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