Fabrizio Moro: “Addio mainstream, ricomincio da me”

Desert Highway, Death Valley National Park, California

Abbiamo (quasi) scomodato il grande Massimo Troisi per parlare di Fabrizio Moro, e di ciò vi chiediamo scusa in anticipo. In ballo, però, c’è molto di più di un discorso su un singolo artista. La nostra è una riflessione più ampia, che coinvolge una categoria di lavoratori della musica. Lo spunto ce lo fornisce proprio Moro, che ha deciso di abbandonare la major e di aprire un’etichetta dal sapore artigianale con la quale rilascerà il suo nuovo album. 

Trentotto anni, una vittoria del Festival di Sanremo nella categoria “Giovani” nel 2007, un ‘Premio della Critica Mia Martini‘ e qualche singolo di successo politicamente e socialmente impegnato. Eccolo, il nostro ‘Bignami’ per presentare Fabrizio Moro a chi non lo conoscesse. Naturalmente potremmo dire molto altro ma vogliamo mantenerci ‘leggeri’ e ampliare il discorso dopo aver appreso della sua decisione di abbandonare il mainstream per tornare indie.

Moro, all’alba dei suoi quarant’anni, ha infatti deciso di aprire una sua etichetta indipendente e chiamarla La fattoria del Moro. Il 30 aprile pubblicherà proprio sotto questa neonata label il suo nuovo album “L’inizio“. Titolo, sicuramente, non scelto a caso.

Il motivo? Eccolo, rivelato dallo stesso cantautore: “Ci sono artisti di serie A che scrivono la stessa canzone da 20 anni perché devono mantenere in piedi una grande baracca”. Come dargli torto? In fondo il music business è simile a un supermercato dove in molti entrano per scegliere cibi – precotti. Uscirne è possibile, ma per assaggiare un suono genuino bisogna tornare in fattoria. Sembra essere questo il ragionamento di Fabrizio Moro per rinascere.

La copertina del disco vede un uomo duro, con una chitarra elettrica che gli copre il sedere. Dinanzi a sé l’uomo ha una lunga strada asfaltata, scevra da auto e da smog. Ci sembra una bella metafora per comprendere che la rinascita di Fabrizio Moro lo condurrà verso un nuovo percorso.

La nostra domanda per l’artista, autore di un pop impegnato (pur sempre pop, e dunque sinonimo di mainstream) è una sola: cambiare strada vuol dire anche cambiare musica?