J.P. Bimeni in tour. La passione soul africana gira l’Italia

Uno dei personaggi più eclettici, passionali, artistici e strani della musica soul è J.P. Bimeni, che forse non tutti conoscono. Una vita sempre sul filo, vissuta pericolosamente, non per l’utilizzo delle droghe come per tante star, ma perché Bimeni è a rischio omicidio praticamente da sempre.

J.P. Bimeni
J.P. Bimeni

Nato con sangue nobile, da padre militare e madre reale, in Burundi, paese di origine, è sotto il mirino di tante fazioni avverse alla sua tribù, che tante volte hanno provato ad ucciderlo.

Un paese sconvolto dalla guerra civile, con i compagni trucidati e 41 anni vissuti pericolosamente, con tentativi di avvelenamento, sparatorie e ricoveri in ospedale per serie ferite.

Dopo l’esordio in Italia a luglio, al Porretta Soul, arrivano cinque nuove date per il grande artista, tutte a novembre: il 10 al Parco della Musica (Roma), l’11 a Sacile, il 12 al Flog (Firenze, “Musica dei Popoli”), il 16 a Mestre e il 17 a Parma. Poi volerà in Galles e Inghilterra.

Un artista incredibile

Bimeni è un artista incredibile, sia per storia personale, che per talento. Anni di gavetta vera, indipendente, nei locali di jam session, e poi spalla di grandi gruppi, prima di arrivare al successo vero. Una gavetta che ne ha costruito la bravura e la fama, lentamente ma costantemente. Tra le collaborazioni più importanti ci sono i Roots Manuva, i Noisettes, Adele, ma soprattutto Otis Redding, che è stato forse il più importante per l’artista, sia per la fama che per la spiritualità con cui ne condivideva l’arte, assieme a Marvin Gaye.

E grazie a Redding e alla sua band ufficiale, i Jezebel Sextet con cui iniziò a fare qualche live, che Bimeni è arrivato a farsi conoscere dalle case discografiche (la spagnola Tucxton Records) e quindi dal grande pubblico come uno dei grandi artisti del soul contemporaneo.

Il tour sarà tutto improntato sulla vena soul, e naturalmente ci sarà molto dell’ultimo album, Free me, che ha decretato il successo mondiale del prodigioso soulman.

Un album importante, perché riporta i ritmi soul in Africa, dove in realtà sono nati, ma in realtà si è poi sviluppata tra i neri americani. Bimeni è molto attento alla politica della sua terra, e parla del sistema predatorio delle multinazionali, e del colonialismo.

Soffre enormemente delle crudeltà a cui è sottoposta l’Africa, ma si rende conto anche delle durezze del tribalismo. Ma lui potrebbe diventare un leader per gli africani.