Le peggiori esibizioni della terza serata di Sanremo 2013

L’errore? Ovviamente è fonte di genialità. Il correttore automatico del software atto alla scrittura di testi, Word, corregge “peggio Sanremo” con “Peggio saremo”, tanto per dirne una. E cosa c’è di peggiore di un festival tanto ancorato al passato da dedicare un giorno ai suoi fasti? Ebbene non c’è mai fine al peggio, come si usa dire.

Nelle tre serate di apertura, difatti, la gara ha avuto dei picchi di cattivo gusto disarmanti. Il più eclatante è senza dubbio l’accento che separa la moda dai Modà. Una canzoncina la loro che sta conquistando la vetta, senza soste e con la dedizione di chi non può essere premiato se si vuole garantire una credibilità giovane e giovanile ad un concorso che vanta un pubblico medio, da statistica, che si assesta sui 52 anni suonati.

Segue Annalisa, la rossa nuova passione degli italiani. Si presenta scosciata, ovviamente, tanto non smentire un certo sessismo televisivo, quando non parlamentare. Segue i canoni della canzone italiana di 30 anni fa, pur essendo poco più di una ragazzina. Una nostalgia canaglia che non lascia dubbi: questo è un Paese per vecchi.

E che dire di Maria Nazionale? Il nome è davvero un canavaccio pop: un misto di patriottismo e cristianità. Non a caso è la testimonial dello stile neo-melodico, tipica deformazione partenopea del cantautorato, musica leggera dalle intonazioni folk e napoletane. Nel suo è bravissima. Ha una gran voce e parecchio senno, anche se qui il correttore automatico di Word potrebbe togliere una enne e ricevere applausi, quando non un intervento dell’ex premier. Che c’entri Edipo o meno, tra le tre brutture musicali qui citate la sua è la meno becera: il populismo non è una novità, a meno che non sia meridionale; del resto il Mediterraneo è scoprire fin dai tempi di Ulisse, uno dei primi concorrenti al festival si potrebbe ipotizzare, sempre che non decida di svecchiarlo ancora un po’.