Top 10: La Maledizione Della J

Mettiamo una cosa in chiaro e lasciamocela subito alle spalle: tutta questa faccenda della J e dei 27 è decisamente pretenziosa.
Spesso, vuoi per cultura o per abitudine, siamo portati a pensare la vita in maniera geometrica: presi due punti, tracciamo una linea. Tuttavia, come l’Olocausto insegna, applicare il rigore matematico alla vita sociale potrebbe comportare certe difficoltà. Tant’è che stereotipi e razzismi nascono proprio con lo stesso metodo: prendi tre o quattro casi (su milioni che ce ne sono) e ne azzardi una regola.
Nel caso della Maledizione, la faccenda nasce più o meno tra il ’69 e il ’71, triennio in cui l’amore libero e la cultura delle droghe miete quattro tra le più famose vittime del rock (Brian Jones, Jimi Hendrix, Janis Joplin e Jim Morrison): tutte di 27 anni, tutte con una J nel nome. Una volta nato lo stereotipo, la questione diventa semplice: tutto ciò che rientra in esso è una conferma alla regola, e poco importa se le casistiche contrarie siano parecchio numerose (non sono che semplici eccezioni). Se poi salta fuori che Amy Winehouse aveva un Jade nel suo nome completo, tanti saluti a tutti.
Sono quindi nate due correnti di pensiero: la Maledizione della J e il Club dei 27. Spiegare entrambe a questo punto è pressoché inutile. Ma come dicevamo prima, la faccenda è totalmente pretenziosa. E un mucchio di salme con la J nel nome è sicuramente un ottimo pretesto per ascoltare 10 capolavori.

10. Amy Winehouse – Love Is A losing Game


Che ci piaccia o meno, bisogna ammettere che Amy Winehouse è stato un punto di riferimento per la musica nazionale e straniera di questi ultimi anni. Da Giusy Ferreri ad Adele, l’intero genere del soul è stato completamente rimodernato e rilanciato (con il pessimo nome di Jazz-pop, ma tant’è), incorrendo anche in quel pubblico che poco apprezza la black music. Ufficialmente Amy è morta durante l’assunzione di alcolici, ufficiosamente era sempre fatta come una pigna.

9. Johnny Cash & Joe Strummer – Redemption Song


Nessuno li ha mai inseriti nella maledizione. Eppure sono due nomi con la J, e nondimeno sono morti. Il vocalist dei Clash ci ha lasciati con un infarto alla fine del 2002, e giusto pochi giorni fa gli è stata dedicata una piazza a Granada. Johnny invece è morto a 73 anni per diabete o forse per troppa dolcezza, visto che erano passati solo pochi mesi dalla dipartita della moglie, la tanto amata June. Eh sì, anche lei.

8. The Rolling Stones – The Last Time


Brian Jones fu trovato annegato nella sua piscina, l’uso di droghe non fu mai del tutto confermato. Ma probabilmente non ce n’era nemmeno bisogno. Una vita turbolenta, sia dal punto di vista fisico che sentimentale, che stemperava solo con l’amore della musica: rischio di paternità a 17 anni, problemi disciplinari a scuola, furti sul lavoro per comprare strumenti musicali. Secondo Keith Richards fu lui a dare il nome Rollin’ Stones alla band. Eclettico come pochi, si può dire che con la sua morte sia stato il primo fondatore dei J27.

Top 10: Janis Joplin


“Se ti ricordi degli anni 60, vuol dire che non c’eri”. Un vecchio motto, il cui significato lisergico è ormai scontato e desueto. Eppure, nonostante viviamo in un’epoca che ha imparato a idolatrare qualsiasi sostanza o stile di vita votati all’alterazione dei sensi, siamo felici di ricordare gli anni ’60. Erano gli anni delle contestazioni studentesche, di Martin Luther King, dello stile di vita hippie, del peace, del love e del passate ‘sta canna. Dei vari Monterey e Woodstock, delle voci e dei performer che siamo fieri di non aver dimenticato. Cantanti come Janis Joplin, la festeggiata di quest’oggi.

10. Ball & Chain (live at Monterey Pop Festival)

L’inizio di tutto, ma sarà meglio essere precisi. Janis era già in attività da qualche tempo, e insieme ai Big Brother And The Holding Company aveva girato la California per qualche mese. Ma è con questa esibizione che arriva la fama, quella vera: una canzone di Big Mama Thornton, suo mito di sempre, eseguita con rabbia, sensualità e tantissimo cuore. E’ l’inizio del mito.

9. Summertime


Cheap Thrills, sempre suonato con i Big Brother, è uno di quegli album che non puoi scaricare da internet, né avere su cd. Il suo formato perfetto è il vinile, fosse solo per la cover del più grande fumettista underground di sempre: Robert Crumb. Summertime è il pezzo contemplativo per eccellenza, da ascoltare in stanza con luci basse, preferibilmente al crepuscolo.

8. Cry Baby

Un classico di sempre. Uno di quelli conosciuti anche da chi ne sa poco di anni ’60 (pur non avendoli vissuti). Da un originale di Garnet Mimms and the Enchanters, la rivisitazione di Joplin solista rappresenta l’esegesi del rock misto al blues, con un pizzico di soul. Uno dei pezzi più imponenti del disco Pearl.

Janis Joplin compie 70 primavere ed è ancora Summertime

 

La matematica non è un’opinione? Ebbene 27 non è un multiplo di 70 e tantomeno di 100, eppure Janis Joplin vivrà per più di un altro secolo. 

Avrebbe compiuto 70 anni il 19 gennaio di questo 2013. Si è fermata a poche primavere, entrando di corsa nel maledetto club dei 27. Di corsa, come Amy Winehouse, per citare l’ultima iscritta, o come Jim Morrison, che molti hanno paragonato al lato maschile della Joplin. 

Amy Winehouse nel Club 27

Un particolare che è già stato fatto notare è che Amy Winehouse è morta a 27 anni, un’età sulla quale vige una sorte di maledizione. La sua morte, infatti, la fa tristemente entrare di diritto nel famoso Club 27, una cerchia di artisti che, per coincidenza ma qualcuno sostiene addirittura per maledizione, sono deceduti durante il loro 27esimo anno di vita come Kurt Cobain, Brian Jones, Janis Joplin, Jimi Hendrix e Jim Morrison.