Amy Winehouse, Toni Bennett: “Era all’altezza dei grandi interpreti jazz”

I messaggi di stima e di cordoglio, dopo la morte di Amy Winehouse, arrivano copiosi da colleghi e amici di tutto il mondo. Uno dei ricordi più significativi venne da Toni Bennett, il grande crooner 85enne, uno degli ultimi artisti a collaborare con la cantante britannica. Toni, all’epoca del duetto, parlo della grandezza artistica di Amy e anche di un’inaspettata disciplina sul lavoro.

Toni Bennett non fece molto caso alle voci che giravano sul conto della Winehouse:

Sarà anche la star più inaffidabile dello show business, ma è stata l’unica ad arrivare puntuale in sala d’incisione.

Bennett, una delle voci più autorevoli a riguardo, mise senza dubbio la Winehouse all’altezza dei grandi interpreti jazz:

So quel che si dice di lei, concerti bruscamente interrotti, set troppo corti che hanno fatto imbestialire il pubblico ma secondo me è l’unica cantante della nuova generazione in grado di esibirsi con un timbro jazz all’altezza delle grandi interpreti.

Toni rimase colpito da Amy anche per la sua cultura musicale:

Mi ha colpito che avesse esordito con un album dedicato a Frank Sinatra. Lei così fragile, così anticonformista, eppure profonda conoscitrice delle mie canzoni degli anni ’50 e di quelle di Dinah Washington, un’urlatrice che pochi giovani conoscono.

Il discorso passò sugli abusi di droga e Bennett non potè fare altro che rattristarsi:

Sono passato attraverso quel tunnel, so che significa. La droga dà agli artisti la sensazione di essere più creativi e baldanzosi. Nei momenti di down restiamo al buio, in quelli di euforia andiamo sul palcoscenico. Non ho mai visto Billie Holiday in crisi di astinenza e anche Amy era in forma smagliante in studio. Prego affinché superi questi problemi, sarebbe un grande regalo che fa al suo pubblico.

Un regalo che Amy non ha voluto fare, non solo al pubblico ma soprattutto a se stessa.