CorLeone, torna il side-project di Roy Paci

Quello di Roy Paci è un caso davvero singolare. Vanta collaborazioni con chiunque, è dietro la nascita o il successo di moltissimi gruppi italiani, e la sua tromba ha accompagnato personaggi come Manu Chao, Eugene Hutz (dei Gogol Bordello), o il grande Mike Patton (con cui ha dato vita al preziosissimo progetto della Mondo Cane Orchestra). E’ stato membro cardine di band come Zu, Mau Mau e Persiana Jones. Eppure facciamo fatica a considerarlo una colonna portante della musica italiana, mentre il dibattito dovrebbe vertere sul suo effettivo valore come tesoretto internazionale. Colpa della sua natura goliardicamente televisiva, e della sua emersione commerciale durante la dimenticabile ondata Ska del decennio scorso.
Ma nel mondo di Roy Paci ci sono anche le atmosfere di John Zorn, dei Mr Bungle come dei Fantomas, di Miles Davis come di Mongezi Feza. Un mondo già esplorato sette anni fa, con il progetto CorLeone e il disco Wei Wu Wei. Un incursione che ritorna a febbraio, con Blaccahénze (termine che, secondo il dialetto di Montorio, in Abbruzzo, indica il baccano e il caos). “Ho voluto fortemente registrare un secondo album – spiega Paci – perché avevo l’esigenza di esprimere i miei nuovi orizzonti musicali, le composizioni scritte in tutti questi anni frutto delle mie esperienze con tanti musicisti eccezionali e di un lavoro specifico sulle mie ricerche clivotonali con l’accostamento di strumenti musicali all’elettronica”.
Il disco uscirà il prossimo 4 febbraio e, come per il precedente album, prevede collaborazioni e influenze che spazieranno dal jazz non manieristico alla No Wave newyorkese. Alla faccia di chi sfrutta il jazz classico solo per blande canzoni d’amore.