La Sony cambia rotta

Hanno una marcia in più. Già, gli inglesi meritano il posto di primissimo piano che occupano da sempre nel mercato discografico. Sebbene abbiano perso punti, almeno in termini di vendite, su scala mondiale negli ultimi tre anni restano un Paese con grande ingegno, talento e culture musicali.Tant’è che hanno esportato una marea di artisti incoronati a livello internazionale. E la cosa è nota anche tralasciando i Beatles: si deve a loro finanche il boom di Bob Marley negli anni 70, tanto per restare nell’epoca d’oro della musica.

Ebbene, mentre Marco Mengoni spopola al nostro Sanremo, i vertici della Sony, lì in U.K., cambiano rotta. Hanno compreso ciò che sta mandando in rovina la discografia mondiale? Non ne parlano così, ma i nuovi provvedimenti hanno un retrogusto di ammissione di colpa. A parlare è Nick Gatfield, presidente della filiale britannica del colosso discografico. La sua label ha diritto di prelazione sui cantanti partecipanti a X-Factor, privilegio valido anche per l’Italia. Ebbene, il manager promette un cambio di rotta degli investimenti.

Qualsiasi nostro competitor vorrebbe poter sfruttare una piattaforma come quella offerta da X Factor, ha dichiarato Gatfield alla testata Business Voice, mettendo le mani avanti, però poi ammette:

Abbiamo un incredibile flusso di talenti che ci arriva dai reality musicali e siamo fortunati ad averli. Siamo però diventati troppo dipendenti da questo canale, discograficamente parlando. Ci siamo compiaciuti di questa situazione, che, però, ci ha cavato gli occhi dalle orbite.

Finalmente qualche super-addetto ai lavori se n’è accorto insomma. Che, quindi, i discografici ricomincino a scavare nell’underground e seguire i live nei piccoli club per scovare talenti sui quali valga investire? Fuocherello. Per il momento, a sentire l’illuminato Nick, si limiteranno a seguire gli umori della critica specializzata:

Di qui al marzo 2014 abbiamo un insieme di artisti molto diversi tra loro pronti ad essere lanciati sul mercato; sono i più segnalati e osannati dai critici negli elenchi delle promesse o dei migliori esordi. Al momento non li si può trovare sugli scaffali dei negozi di dischi, ma la mia esperienza mi dice che si stanno preparando, in termini di vendite, a far registrare grandi numeri.

Non tutto è perduto quindi. Del resto non era difficile comprende che questo sistema, bastato sul consenso televisivo, era limitante e deleterio. Tra l’altro, una volta toccato il fondo non si può far altro che risalire.