The Who e il quarantennale di Quadrophenia

Esistono ancora i miti? Qualcuno resta in piedi, nonostante tutto. È il caso degli Who ad esempio. La storica band inglese ha messo in valigia le sue cose più importanti ed è partita per un tour.

Al momento sta giusto scaldando i motori per qualche data negli Usa. Il progetto di autocelebrazione è già partito e toccherà l’Europa in estate. Si intitola “Quadrophenia -and more- European tour” e il nome la dice già lunga: il gruppo suonerà il suo album più famoso dopo ben 40 anni dall’uscita.

Quadrophneia è, difatti, una storia, sotto forma di opera a 33 giri, incentrata sulle avventure di giovane mod, che non ha mai smesso di essere avvincente, anche per le generazioni successive. Una pietra miliare insomma.

Tra l’altro, il leader della band, Pete Tonwshend, non hai mai fatto mistero della piena cognizione che ha del percorso del suo gruppo. In tempi non sospetti aveva analizzato la loro carriera discografica ammettendo: “Abbiamo fatto solamente tre dischi che si possono considerare delle pietre miliari. E cioé Tommy’, Who’s next’ e Quadrophenia. Ho sempre avuto la sensazione che Quadrophenia sia stato l’ultimo album definitivo degli Who. L’ho sempre ritenuto un album molto ambizioso”.

Ed eccolo dunque ripartire da lì. Quando si dice che alcuni miti non muoiono, forse, non si ha torto quindi.