Il senso dei big per le cover che dobbiamo per forza apprezzare, ma perché?

big per le cover

Per la musica italiana è un brutto momento, e il senso dei big per le cover ce lo dimostra. Dopo la pessima figura del Bocelli negazionista, che ci ha fatto capire quanto l’artista si renda intoccabile agli occhi degli adulatori e quanto sia facile al perdere punteggio di fronte a una sua esternazione, durante l’estate ci è toccato lasciarci crivellare dalle continue cover delle popstar per l’iniziativa I Love My Radio. Un’idea buona, tutto sommato, ma che ci ha resi prigionieri.

“Tiziano Ferro è bravissimo, ha duettato con Massimo Ranieri”“Biagio Antonacci canta Battiato, un sogno”, ma de che? No, deponete le armi: nessuno vi sta dicendo che le versioni originali siano intoccabili e anzi, la storia ci insegna che tantissime volte i remake si siano rivelati migliori dell’originale – e dai, gli esempi sono tantissimi – ma la pioggia torrenziale di tributi dei big alle grandi canzoni del passato ci ha martellato per tutta l’estate.

Complice il COVID-19, complice quello sforzo di infondere serotonina nelle nostre giornate provate dal lockdown e dalla fobia sociale, dall’ipocondria e dall’ansia, le popstar sono passate dalle grandi dirette su Instagram all’horror vacui riempito come un imbuto. Il risultato è quel Tiziano Ferro che canta Rimmel di Francesco De Gregori, un episodio che non è dei peggiori (Ferro è un eccezionale performer) ma che tradisce la perdita di originalità, la prigione del mainstream e quell’ossessione di diventare nazional-popolari attingendo dal cantautorato più classico e profondo.

Oggi le popstar fanno il disco per placare l’hype dei follower – sì, dei follower e non dei fan – e quando non hanno una fava da proporre si buttano sulle cover. Funzionano, creano il cross-posting in assenza con gli autori originali, strizzano l’occhiolino al classico e passano per persone grate alla storia. Quale sarà il prossimo disco di Tizio? Un disco di cover. Oddio, Caio ha pubblicato un post e scrive: “Ho grosse novità in arrivo!”, poi scopri che è una cover.

No, amici, fatela finita, pigliatevi più tempo per scrivere qualcosa di decente e tirate fuori un disco che abbia senso, che non sia solamente un ticket da staccare per la vostra carriera e l’ennesimo post sponsorizzato sui social. L’ossessione dei big per le cover sta letteralmente sfuggendo di mano.

Una petizione per Morgan: affidargli un programma musicale sulla Rai

petizione per morgan

Nelle ultime ore è comparsa online una petizione per Morgan: i suoi fan vorrebbero che la Rai gli affidasse la conduzione di un programma di approfondimento musicale, un format divulgativo che coniughi spettacolo e dibattito. La firma non è di Marco Castoldi: Morgan, infatti, si è accorto della petizione e ha ringraziato i follower, raccogliendo l’appello e sponsorizzandolo sui suoi social.

L’appello è comparso su Change.org e lo troviamo a questo indirizzo. Il testo recita:

Chiediamo che venga dato un programma televisivo musicale a Morgan, in quanto riteniamo che sia la figura più idonea e competente in materia.
Negli ultimi dieci anni non è mai stato realizzato dalla RAI un programma televisivo musicale condotto da Morgan, e tutti gli spazi musicali sono stati affidati a persone dalle inferiori doti sia dal punto di vista dell’intrattenimento che della preparazione. Morgan ha puntualmente dimostrato, nelle varie occasioni in cui è stato ospitato, di eccellere in quel ruolo, surclassando i conduttori e gli altri interpreti sia nel gradimento che nei dati di ascolto.
Nonostante sia risaputo che egli si è più volte messo a disposizione dell’azienda pubblica di comunicazione radiotelevisiva, non è stato mai accettato un suo progetto e nemmeno gliene sono stati affidati in un qualsiasi formato preesistente.
Non vogliamo sapere il perché di questo ma chiediamo a gran voce che finalmente si produca lo show televisivo che grande parte dei telespettatori desidererebbe guardare ovvero lo spettacolo che abbia Morgan come protagonista e soprattutto narratore di musica, arte in cui dimostra padronanza e competenza, incontrando il gusto ed il favore del pubblico.

Morgan ha aderito, dicevamo, presentando la petizione sui suoi canali social e ha aggiunto il suo pensiero:

Ringrazio le persone che l’hanno lanciata e la condivido sui miei canali ufficiali, pur non essendone promotore, perché concordo con il testo e con le motivazioni addotte, e mi sorprende piacevolmente constatare che ci siano “telespettatori e cittadini contribuenti appassionati di musica” che levano la voce per chiedere ciò che un servizio pubblico dovrebbe fornire a tutti gli utenti, ovvero rispetto e competenza. Mi unisco, sia in qualità di contribuente telespettatore che di oggetto della questione, affermando che se mai potesse succedere che questa proposta venga concretamente ascoltata, dovrò riconoscere il merito al pubblico e di quella gratitudine non farò solo tesoro, ma lavoro e impegno.

La petizione per Morgan ha superato le 1000 firme.

Fiorella Mannoia canta Ultimo, ascolta Chissà Da Dove Arriva Una Canzone – Testo

fiorella mannoia canta ultimo

In Chissà Da Dove Arriva Una Canzone Fiorella Mannoia canta Ultimo, un nuovo autore entrato nella rosa di parolieri del mondo della cantautrice romana. Questo nuovo singolo è uscito il 2 settembre e da oggi, 4 settembre, sarà disponibile in rotazione radiofonica.

Il taglio è nella classica attitudine dei due artisti: una ballata evocativa e piena di suggestioni, una riflessione tra passato e presente che regala un’introspezione difficile da scrollarsi di dosso. Fiorella Mannoia ha raccontato l’esperienza con queste parole:

La musica, le canzoni… sono capaci di abbattere ogni barriera, anche quella generazionale. Le canzoni non hanno tempo e rimangono nel tempo per chi le vorrà ascoltare. Grazie a Ultimo per questo regalo.

Niente di più vero.

Chissà da dove arriva una canzone
Queste mie inutili parole
Se vengono da dentro
Oppure vengono scritte dal vento

Chissà da dove arriva il mare
Se parte qui o questo è già il finale
E come fanno le onde a mantenere
La stessa rabbia senza mai volare

Io un’idea ce l’ho e penso si avvicini a te

E arriverà domani
Aria se vento cercavi
Come il mare per un marinaio
che lo aspetta calmo al suo risveglio
E chissà se poi la vita scorre
O siamo noi a darle un senso a volte
Io non trovo qui una spiegazione
Ma forse è proprio dai tuoi occhi
Che arriva una canzone

Chissà da dove parte un mio pensiero
Se da chi sono oppure da chi ero
Ho chiesto a queste stelle un dono
Farsi più avanti e superare il cielo

Chissà quante domande ho fatto
Senza mai far capire cosa ho detto
Perché la vita è una commedia al buio
Dove per ridere serve del trucco
E questa sera non voglio mentire
Solo guardarmi dentro per cambiare
E chissà se questi giorni chiusi
Avranno un prato per volare fuori

Io non trovo mai una spiegazione
Ma forse è proprio dai tuoi occhi che nasce una canzone

E arriverà domani
Aria se vento cercavi
Come il mare per un marinaio
che lo aspetta calmo al suo risveglio
Io non trovo mai una spiegazione
Ma forse è proprio dai tuoi occhi
Che nasce una canzone

Ecco l’audio ufficiale del brano in cui Fiorella Mannoia canta Ultimo, autore di questo nuovo singolo.

Ascolta Ricordami di Tommaso Paradiso – Testo

Ricordami di Tommaso Paradiso è la quarta anticipazione dell’album, il suo debutto da solista, che arriverà nella primavera del 2021. Ancora una volta l’ex voce dei Thegiornalisti offre un brano dal mood nostalgico, in piena sintonia con il blues della fine delle vacanze e dell’inizio di settembre. Il brano è tipicamente pop nello stile del cantautore del quartiere romano di Prati.

Ricordami di Tommaso Paradiso è uscito a mezzanotte come anticipato dallo stesso artista. Non mancano le sfumature retrò che, a questo giro, sono conferite dal suono di un sax che inonda l’intro e il post-ritornello con il suo riff.

Oltre all’arrivo dell’album, il 2021 sarà per il cantautore anche l’anno del tour che quest’anno è dovuto slittare per via delle disposizioni governative in materia di contenimento della pandemia del COVID-19. Il sound del brano, oltre a richiamare le atmosfere già note al pubblico durante la carriera dei Thegiornalisti, spicca per le dinamiche fresche e gli strumenti alla brillantina, e il tutto è probabilmente un po’ troppo esasperato tanto da ricevere già forti critiche.

Noi che crediamo solo ai sogni e basta
noi che fumiamo mentre va la pasta
noi che sbagliamo a mandare i messaggi
nessuno che capisce i nostri sbagli

A noi che non ci piace fare finta
a noi che a volte non abbiamo grinta
amore Sally toccami la mano
scopiamo pure su questo divano

E se finisse pure il mondo adesso
la nostra vita resterà lo stesso

Abbracciami, baciamoci
ricordami
tanto comunque andrà sarà un successo
abbracciami, baciamoci
ricordami
tanto comunque andrà sarà un successo

Tu che mi dici asciugati i capelli
tu che ti svegli sempre dopo di me
io che non so neanche che giorno è
ma son contento ce ne andremo in vacanza

E se finisse pure il mondo adesso
la nostra vita resterà lo stesso

Abbracciami, baciamoci
ricordami
tanto comunque andrà sarà un successo
abbracciami, baciamoci
ricordami
tanto comunque andrà sarà un successo

Abbracciami, baciamoci
ricordami
tanto comunque andrà sarà un successo
sarà un successo, sarà un successo

Di seguito l’audio di Ricordami di Tiziano Paradiso, il nuovo singolo dell’ex voce dei Thegiornalisti che si prepara alla sua carriera solista.

Lo staff di Leonard Cohen contro Donald Trump: “Nessuna autorizzazione di usare Hallelujah nelle convention

leonard cohen contro donald trump

Ancora una volta il mondo della musica si oppone al tycoon: la nota dello staff di Leonard Cohen contro Donald Trump ammonisce l’inquilino della Casa Bianca per aver usato il brano Hallelujah durante una convention. Giovedì 27 agosto, infatti, è successo che al termine di un discorso del Presidente degli Stati Uniti, durante i fuochi d’artificio, sia stata trasmessa la versione del brano di Leonard Cohen interpretata da Tori Kelly e inclusa nella colonna sonora del film Sing (2016). Inoltre lo stesso brano è stato cantato dal tenore Christopher Macchio.

Il problema è che l’utilizzo del brano non era autorizzato. Lo ha precisato Brian J. Monaco, come riportato da Consequence Of Sound:

Alla vigilia della serata conclusiva della convention, i rappresentanti del Comitato Nazionale Repubblicano ci hanno contattato per ottenere il permesso per l’esecuzione dal vivo di ‘Hallelujah’ di Leonard Cohen. Abbiamo declinato la loro richiesta.

Il rappresentante legale Michelle L. Rice, inoltre, fa sapere che verranno prese azioni legali contro il Comitato Nazionale Repubblicano (Republical National Convention, RNC):

Siamo sorpresi e sconcertati che il Comitato Nazionale Repubblicano abbia agito pur sapendo che la Cohen Estate aveva espressamente declinato la richiesta di utilizzo mossa dal Comitato Nazionale Repubblicano e il suo sfacciato tentativo di politicizzare e sfruttare in modo così oltraggioso ‘Hallelujah’, uno dei brani più importanti del catalogo di canzoni di Cohen. Stiamo esplorando le nostre opzioni legali. Se il Comitato Nazionale Repubblicano avesse richiesto un’altra canzone, “You Want it Darker”, grazie alla quale è stato assegnato postumo a Leonard un Grammy nel 2017, avremmo potuto considerare l’approvazione di quel brano.

Pare sia consuetudine, tra i collaboratori e durante gli eventi che riguardano Donald Trump, impiegare canzoni non autorizzate e per questo tantissimi artisti, dai Rolling Stones ai REM, a più riprese si sono opposti al tycoon diffidandolo da usare la loro musica e durante le campagne elettorali e durante le apparizioni pubbliche. Numerose le prese di posizioni più rigide, come quelle di Bruce SpringsteenTom MorelloTaylor Swift, contro il Presidente. A questo giro c’è l’intero staff di Leonard Cohen, contro Donald Trump e per il solito motivo: l’uso non autorizzato di un brano durante un evento pubblico.

Latina di Emma è l’inno indie-pop alla leggerezza – Testo

Latina di Emma è quel tassello che mancava all’estate. Da oggi il singolo è disponibile su tutte le piattaforme streaming, sui digital stores e in rotazione radiofonica. Come racconta la stessa artista, il brano è un regalo ricevuto da Dario FainiCalcuttaDavide Petrella con la produzione di DRD, meglio noto come Dardust.

Ho ricevuto questa canzone, Latina, il giorno del mio compleanno su WhatsApp da Calcutta, Faini e Petrella e mi sono emozionata. Era inaspettata, e ho sentito da parte di tutti la voglia di spingersi in acque inesplorate. Mi piacciono le sfide, mi piace provare a scoprire fin dove posso spingermi. Latina è proprio questo: una canzone forte e diretta che profuma di libertà. Mi sento proiettata in una nuova dimensione e sono pronta per questo nuovo cambiamento.

Il risultato è un brano indie-pop al sapore d’estate, e nelle dinamiche ricorda vagamente Riccione dei Thegiornalisti.

Di seguito il testo di Latina di Emma.

Anche se non mi guardi
sono solo una voce
ho passato un’altra estate a innamorarmi di te
uscirò dalla radio per sfiorarti la pelle
sono solo una canzone me lo hai detto anche tu
E io non ti capisco, è così
mi vuoi latina ma non me lo dici
suona un vecchio disco, è così
mi hai fatto odiare da tutti i miei amici
adesso portami via
che più mento e più mi ami
si ma portami via
o mi scorderai domani

Per baciarti le labbra
non mi basta la voce
ma ho bisogno che tu ti ricordi di me
che mi canti per strada
e mi porti dove la paura non c’è
per baciarti le labbra
non ti basta chiamarmi per nome
tutta la vita o una notte per te
sono solo una canzone
sono solo una canzone

Perché almeno ci pensi
come fossi un sospiro
quella volta che mi hai detto:
“il motivo sei tu”
e anche se non mi guardi
resto solo una voce
soffi sopra una candela
e non mi senti più
adesso è buio pesto, è così
le stelle sono le stazioni
e ci corro dentro, è così
meno male se la porta il vento questa malinconia
che più mento e più mi ami
allora portami via
o mi scorderai domani

Per baciarti le labbra
non mi basta la voce
ma ho bisogno che tu ti ricordi di me
che mi canti per strada
e mi porti dove la paura non c’è
per baciarti le labbra
non ti basta chiamarmi per nome
tutta la vita o una notte per te
sono solo una canzone
sono solo una canzone

E adesso dove sei
io sono qui dentro la radio
e ancora non so come mai
mi cerchi in un’altra se sono qui
mi maledirai

Per baciarti le labbra
non mi basta la voce
ma ho bisogno che tu ti ricordi di me
che mi canti per strada
e mi porti dove la paura
per baciarti le labbra
non ti basta chiamarmi per nome
tutta la vita o una notte per te
sono solo una canzone
sono solo una canzone
sono solo una canzone
sono solo una canzone
sono solo una canzone

Il video ufficiale di Latina di Emma uscirà oggi, 28 agosto, alle 14.

L’assassino di John Lennon resta in carcere

assassino di john lennon

Nessuna libertà condizionata per l’assassino di John Lennon. Mark David Chapman, infatti, l’aveva richiesta per l’undicesima volta e la commissione giudicante, il 19 agosto, gli ha nuovamente negato la possibilità e Chapman potrà di nuovo fare richiesta a partire dal 2022.

La motivazione del veto è sia la sicurezza pubblica che quella personale di Chapman: qualcuno, per vendicare l’assassinio di John Lennon, potrebbe fargli del male o addirittura ucciderlo. Mark David Chapman uccise l’ex Beatle l’8 dicembre 1980 a New York, all’ingresso del Dakota Building nel quale abitava insieme alla moglie Yoko Ono.

Dopo essere riuscito a farsi fare un autografo su una copia del vinile Double Fantasy mentre Lennon usciva di casa, Chapman lo attese per altre quattro ore. Alle 22:52 l’ex Beatle e sua moglie rientrarono in casa e l’assassino era ancora lì, pronto per compiere il folle gesto. “Hey, Mister Lennon”, disse Chapman. Vide John voltarsi e gli esplose contro 5 colpi di pistola, 4 dei quali lo raggiunsero arrivando a perforargli l’aorta.

Ucciso Lennon, Mark David Chapman attese impassibile l’arrivo della polizia leggendo Il Giovane Holden di J. D. Salinger. Negli anni successivi l’assassino di John Lennon spiegò le ragioni del folle gesto:

Attraverso le lenti della malattia, mi sembrò l’unico modo per liberarmi dalla depressione cosmica che mi avvolgeva. Ero un nulla totale e il mio unico modo per diventare qualcuno era uccidere l’uomo più famoso del mondo, Lennon. Mi sentivo tradito, ma a un livello puramente idealistico. Vagando per le biblioteche di Honolulu mi imbattei in John Lennon: One Day at a Time. Quel libro mi ferì perché mostrava un parassita che viveva la dolce vita in un elegante appartamento di New York. Mi sembrava sbagliato che l’artefice di tutte quelle canzoni di pace, amore e fratellanza potesse essere tanto ricco. La cosa che mi faceva imbestialire di più era che lui avesse sfondato, mentre io no. Eravamo come due treni che correvano l’uno contro l’altro sullo stesso binario. Il suo “tutto” e il mio “nulla” hanno finito per scontrarsi frontalmente. Nella cieca rabbia e depressione di allora, quella era l’unica via d’uscita. L’unico modo per vedere la luce alla fine del tunnel era ucciderlo.

Per il momento l’assassino di John Lennon resta in carcere: sono passati 40 anni, ma c’è ancora chi vuole vendicare l’ex Beatle.

Arriva Cuore Di Cemento dei Modà, il singolo del ritorno al rock

cuore di cemento dei modà

Cuore DiCemento dei Modà sarà disponibile da venerdì 28 agosto su tutte le piattaforme streaming per l’ascolto e il digital download e anche in rotazione radiofonica. Nel comunicato stampa il frontman Kekko Silvestre ha raccontato il nuovo singolo con queste parole:

Con “Cuore di cemento” ritornano i Modà nella loro veste più riconoscibile. Un brano intenso, forse il più atteso anche da parte di chi ci segue da anni. Sono molto contento dei risultati conseguiti con “Testa o croce”, è stato un album molto apprezzato dai nostri fan, e sono allo stesso tempo curioso di sapere che cosa ne pensano di risentirci con questa sonorità.

Testa O Croce è l’album uscito nel 2019 che ha decretato il ritorno sulle scene della band milanese a quattro anni di distanza da Passione Maledetta (2015). Con questo nuovo singolo i Modà annunciano un ritorno al sound delle origini, caratterizzato dal rock romantico ed energico che oggi li fa considerare tra le band più apprezzate della scena italiana.

Il loro stile è stato spesso accostato a quello dei Negramaro di Giuliano Sangiorgi per l’accostamento tra chitarre elettriche, ballate, testi poetici e sofferti e canzoni d’amore. Il successo dei Modà è dovuto a singoli come ArriveràSon Già SoloFavolaTappeto Di FragoleLa Notte, brani che ancora oggi sono presenti nelle scalette dei concerti.

A proposito di concerti, inoltre, i Modà parteciperanno ai Seat Music Awards che si terranno all’Arena di Verona il 5 settembre, un evento a sostegno di tutti gli operatori e i lavoratori dello spettacolo che durante il grande lockdown per il contenimento della pandemia del COVID-19 sono stati duramente colpiti e ancora oggi soffrono le conseguenze della sospensione dei concerti.

Cuore Di Cemento dei Modà, pur non essendo ancora disponibile, è già una delle novità più attese del 2020: negli anni la band milanese ha saputo conquistare numeri importanti e ha abbracciato milioni di fan specialmente con gli eventi negli stadi e con le tante collaborazioni che hanno arricchito il loro percorso artistico.

Come già detto, Cuore Di Cemento dei Modà sarà disponibile a partire da venerdì 28 agosto su tutte le piattaforme.

I Love Beirut di Mika sarà un evento in streaming per ricostruire la capitale del Libano dopo le esplosioni

i love beirut di mika

I Love Beirut di Mika è l’evento che il cantautore anglo-libanese di Take It Easy ha scelto per chiamare tutto il mondo a rapporto e contribuire alla ricostruzione dopo le tragiche esplosioni del 4 agosto 2020 che hanno strappato alla vita 200 persone con il ferimento di altre 7000. Lo ha annunciato lui stesso, e da ieri – 24 agosto – sono già disponibili i biglietti per partecipare.

Nessun assembramento, nessun rischio per la salute: I Love Beirut di Mika sarà trasmesso esclusivamente in streaming e per noi, in Europa e in Italia, avrà inizio il 19 settembre alle 21. I biglietti per partecipare all’evento sono disponibili sulla piattaforma TicketMaster a questo indirizzo al costo di 10 euro.

Sarà possibile, inoltre, effettuare delle donazioni libere sulla piattaforma GoFundMe che per l’occasione ha creato una pagina dedicata all’evento a questo indirizzo. Mentre scriviamo le donazioni hanno raggiunto quota 18mila sterline.

L’intero ricavato sarà devoluto a Red Cross LebanonSave The Children Lebanon e servirà per ricostruire, offrire assistenza e partecipare attivamente alla rinascita della capitale del Libano dilaniata dalla tragedia. I Love Beirut di Mika consisterà in 2 ore di spettacolo “con grandi sorprese”, come annuncia il cantautore.

Poche ore dopo la tragedia Mika aveva pubblicato una lettera accorata alla sua città, pubblicata tra le colonne del Corriere della Sera:

Mia cara Beirut,

è mattina presto da questa parte del mar Mediterraneo, e mi sento al tempo stesso così vicino e così lontano da te. Così vicino a te, devastata dall’apocalisse, non riesco a smettere di guardare attonito i visi martoriati dei miei fratelli e delle mie sorelle. Nei loro occhi intravedo il terrore, le lacrime. Mi vengono i brividi quando vedo quel ferito riverso sul lunotto posteriore di una vecchia auto, quella ragazza coperta di sangue tra le braccia del padre, quegli abitanti sconvolti che corrono per le strade cosparse di calcinacci, vetri rotti, mobili inceneriti… Così lontano da te, in balia dell’apocalisse, non riesco a smettere di pensare al rumore assordante delle due esplosioni che continua a rimbombare nelle orecchie della gente. Le grida delle famiglie in lutto e delle vittime frastornate si confondono con le sirene spiegate delle ambulanze nel cuore della notte. Al telefono mi hanno raccontato anche del silenzio che regnava alle prime luci del giorno, dell’odore che si sprigionava dalle macerie fumanti.

Di fronte a questo caos, ripenso a una frase del poeta libanese Khalil Gibran: «Per arrivare all’alba non c’è altra via che la notte». Da mesi avevi imboccato di nuovo la via della notte. C’erano le divisioni, l’eco dei conflitti alle frontiere, la corruzione, l’impotenza di chi ti governava, la crisi monetaria che ha gettato le famiglie nella miseria, e poi l’epidemia di Covid sempre più virulenta. La leggerezza libanese, antidoto alle tragedie della storia, lasciava spazio alla rabbia e alla paura. Giorno dopo giorno l’angoscia mi saliva dentro, come se le tue ferite si riaprissero, come se le radici che ho lasciato all’età di un anno e mezzo mi riagguantassero.

E poi all’improvviso, martedì alle 18:10, una funesta nube grigia è salita dal porto, falcidiando un popolo allo stremo delle forze. Uno spesso fumo arancione ha offuscato il cielo di Beirut. Ha preso il posto del lontano ricordo, tante volte rievocato da mia madre, della luce gialla che inondava il nostro appartamento al quarto piano affacciato sul mare. Come non leggere in quelle due esplosioni il simbolo di un sistema che va in pezzi. Come non sentirci il frastuono delle bombe che seminavano morte per le tue strade ancora segnate dalle stigmate della guerra. Il Primo ministro libanese Hassan Diab assicura che i responsabili dovranno «risponderne». Ma i responsabili di chi? di cosa? I responsabili di trent’anni d’agonia che hanno trasformato il paese dei cedri nel paese delle ceneri.

Dicono che la catastrofe sia un tragico epilogo. L’ultima di una serie di disgrazie. Dopo la notte arriverà l’alba. Conosco la tua resilienza, la tua forza, lo spirito di solidarietà nutrito dall’amalgama di culture che contraddistingue questa terra a metà strada tra il mondo arabo e l’Europa. Domani ti risolleverai come hai sempre fatto. La musica tornerà a risuonare dalle finestre, i corpi danzeranno tra i tavoli all’aperto, i profumi si spanderanno dalle cucine. E io sarò lì.

Mika

I Love Beirut di Mika sarà trasmesso su YouTube.

Dynamite dei BTS è già il singolo dei record

dynamite dei bts

Sono bastate le ore successive – o forse i minuti – al lancio del singolo Dynamite dei BTS per parlare di record. Come riporta un rapporto pubblicato da NME, infatti, il video ufficiale della nuova canzone dei Bangtan Boys è il primo nella storia di YouTube ad aver superato i 100 milioni di visualizzazioni nell’arco di 24 ore.

Del resto ogni novità della band k-pop di Seul è sempre motivo di hype. Dalla loro comparsa sulla scene, i BTS hanno saputo riempire quel vuoto generazionale che è tipico di ogni decennio della storia della musica. Chi ha respirato e vissuto gli anni ’90 ricorda i Take That, i Backstreet Boys, i 5ive e gli ‘N Sync e oggi, nel 2020, i teenager di tutto il mondo adorano i BTS.

Quella del k-pop sudcoreano è una vera e propria ondata, grazie a presenze degne di pareggiare i BTS come le Blackpink che sono arrivate addirittura a partecipare all’ultimo disco di Lady GagaChromatica (2020). C’è da dire, inoltre, che Dynamite dei BTS è un brano dedicato interamente ai loro fan che si riconoscono dietro il termine Army.

Alla Army, specialmente, Jungkook ha dedicato un pensiero durante un’intervista per rispondere alla domanda: “Chi porteresti con te su un’isola deserta?”. Lui ha risposto: “La Army”, rivolgendo ai supporter tutto il suo affetto. Con Dynamite dei BTS la Army ha quell’abbraccio necessario a placare l’angoscia provocata dal lockdown, alla paura per il COVID-19.

Ora, mentre scriviamo, il video su YouTube ha raggiunto quota 175 milioni e sappiamo che il numero è destinato a salire ulteriormente. A favorire il suo successo, oltre al nome della band che è sempre una garanzia per i fan del k-pop, è quel messaggio sulle good vibes sul quale è incentrato tutto il testo. I BTS ballano e cantano nel video, si muovono come Michael Jackson, citano i Beatles e i Rolling Stones e lanciano un beat che strizza l’occhio alla disco music, scegliendo di omaggiare gli anni ’70 anche nelle atmosfere e nell’outfit.

Alla musica, la band, deve tanto e così ai loro fan. Per questo Dynamite dei BTS è già record: un groove audace unito a una dichiarazione d’amore per la Army non potevano che funzionare.

Vandalizzata la statua di Chris Cornell a Seattle

statua di chris cornell

La statua di Chris Cornell è stata vandalizzata. Il monumento era stato inaugurato il 7 ottobre 2018 presso il Museum of Pop and Culture di Seattle. La notizia è stata riferita da Kiro 7 News e apprendiamo che l’autore dell’atto barbarico risulta ancora sconosciuto.

Chris Cornell è stato il frontman dei Soundgarden, dei Temple Of The Dog e degli Audioslave ed è ancora oggi una delle voci più influenti e caratteristiche della scena grunge di Seattle degli anni ’90. L’artista è morto suicida il 18 maggio 2017 mentre si trovava in una stanza d’albergo a Detroit. Sua moglie Vicky Cornell, che l’aveva commissionata insieme alla famiglia di Chris, appresa la notizia della vandalizzazione della statua del marito ha commentato il vile gesto sui social:

La statua non è solo un’opera d’arte, ma un tributo a Chris, alla sua incomparabile eredità musicale e a tutto ciò che rappresentava. Rappresenta Chris, che è amato non solo a Seattle, ma in tutto il mondo. Di fronte a tale odio e distruzione, siamo ancora una volta grati ai fan che hanno preso posizione per sostenerlo e hanno mostrato un amore immenso. Ci ha rincuorato sapere che i fan hanno offerto il proprio aiuto e hanno tentato di ripulire l’atto vandalico straziante.
La statua verrà restaurata. L’odio non vincerà.
Chris è il figlio di Seattle.

L’opera è stata realizzata dall’artista Nick Marra ed è stata imbrattata di vernice bianca. Non è possibile risalire alle motivazioni del gesto, che in ogni caso non troverebbero giustificazione: vandalizzare la statua di un artista così importante, determinante, influente e di un uomo così profondo può essere solamente il gesto di un folle incapace di stare al mondo o di qualche individuo infelice e inadeguato.

Le indagini per risalire al responsabili sono in corso e Vicky Cornell comunica che tantissimi fan sono già all’opera per contribuire alla riparazione della statua di Chris Cornell, dimostrando un affetto costante verso un artista che ha accompagnato – e lo fa ancora oggi – un’intera generazione di sognatori.

Vandalizzare la statua di Chris Cornell significa brutalizzare un intero mondo, l’intero universo della musica e una generazione che ha fatto una rivoluzione che dura ancora nel tempo.

This is what the Chris Cornell statue looks like in front of Seattle’s Museum of Pop Culture. Somebody apparently vandalized the statue of the late Soundgarden frontman by painting it white.

Pubblicato da KIRO 7 News su Giovedì 20 agosto 2020

Ascolta Dynamite dei BTS, tra disco music e citazioni – Testo

dynamite dei bts

Dynamite dei BTS è arrivato come promesso, e a questo giro la band di Seul ha di nuovo fatto centro. Con un’anteprima pubblicata nei giorni scorsi, infatti, i Bangtan Boys hanno mostrato ai loro fan il loro personale tributo alla disco music, leakato nelle ore precedenti con delle nuove foto di scena pubblicate dalla casa di produzione. I BTS questa volta hanno fatto molto da sé: hanno scelto i costumi, gli scatti e l’atmosfera, e ascoltare la loro Dynamite significa proiettarsi direttamente negli anni ’70.

Immancabile il riferimento a Michael Jackson nella coreografia, e addirittura in alcune sequenze girate in studio si intravede il poster con la copertina di Abbey Road dei Beatles. Il pezzo è pieno di groove e pone l’accento sul bisogno di positività dopo tanti mesi di lockdown. Il singolo, infatti, è dedicato interamente alla ARMY, la grande legione di fan della band sudcoreana.

Di seguito il testo di Dynamite dei BTS.

Cause I, I, I’m in the stars tonight
So watch me bring the fire and set the night alight

[Verse 1: Jungkook]
Shoes on, get up in the morn’
Cup of milk, let’s rock and roll
King Kong, kick the drum
Rolling on like a Rolling Stone
Sing song when I’m walking home
Jump up to the top, LeBron
Ding-dong, call me on my phone
Ice tea and a game of ping pong

[Verse 2: RM, j-hope]
This is getting heavy
Can you hear the bass boom? I’m ready
Life is sweet as honey
Yeah, this beat cha-ching like money
Disco overload, I’m into that, I’m good to go
I’m diamond, you know I glow up
Hey, so let’s go

[Chorus: Jungkook, Jimin]
‘Cause I, I, I’m in the stars tonight
So watch me bring the fire and set the night alight (Hey)
Shining through the city with a little funk and soul
So I’ma light it up like dynamite, woah

[Verse 3: V, RM]
Bring a friend, join the crowd, whoever wanna come along
Word up, talk the talk, just move like we off the wall
Day or night, the sky’s alight, so we dance to the break of dawn
Ladies and gentlemen, I got the medicine so you should keep ya eyes on the ball, huh

[Verse 4: Suga, Jimin, RM]
This is getting heavy, can you hear the bass boom? I’m ready (Woo-hoo)
Life is sweet as honey, yeah, this beat cha-ching like money
Disco overload, I’m into that, I’m good to go
I’m diamond and you know I glow up
Let’s go

[Chorus: Jungkook, V]
‘Cause I, I, I’m in the stars tonight
So watch me bring the fire and set the night alight (Hey)
Shining through the city with a little funk and soul
So I’ma light it up like dynamite, woah

[Post-Chorus: Jungkook, Jimin, Jin]
Dyn-n-n-n-na-na-na, life is dynamite
Dyn-n-n-n-na-na-na, life is dynamite
Shining through the city with a little funk and soul
So I’ma light it up like dynamite, woah

[Bridge: Jungkook, j-hope, Jimin, V]
Dyn-n-n-n-na-na-na, ayy
Dyn-n-n-n-na-na-na, ayy
Dyn-n-n-n-na-na-na, ayy
Light it up like dynamite
Dyn-n-n-n-na-na-na, ayy
Dyn-n-n-n-na-na-na, ayy
Dyn-n-n-n-na-na-na, ayy
Light it up like dynamite

[Chorus: Jimin, Jungkook, Jin]
‘Cause I, I, I’m in the stars tonight
So watch me bring the fire and set the night alight
Shining through the city with a little funk and soul
So I’ma light it up like dynamite
(This is ah) I’m in the stars tonight
So watch me bring the fire and set the night alight
Shining through the city with a little funk and soul
So I’ma light it up like dynamite, woah (Light it up like dynamite)

[Post-Chorus: Jungkook, Jimin, V]
Dyn-n-n-n-na-na-na, life is dynamite (Life is dynamite)
Dyn-n-n-n-na-na-na, life is dynamite
Shining through the city with a little funk and soul
So I’ma light it up like dynamite, woah

Il testo di Pugili Fragili di Piero Pelù, una ballad d’amore per la moglie

pugili fragili di piero pelù

Con Pugili Fragili di Piero Pelù scopriamo l’animo intimista del rocker di Firenze che non a caso ha scelto di dedicare il testo al momento del “sì” pronunciato per sua moglie Gianna. Il brano uscirà come singolo domani, venerdì 21 agosto, accompagnato da un video firmato da Mauro Russo e ispirato a Million Dollar Baby di Clint Eastwood, uno dei capolavori del regista americano.

Pugili Fragili di Piero Pelù è anche il brano che dà il titolo al nuovo disco da solista del frontman dei Litfiba che quest’anno, inoltre, festeggia i suoi primi 40 anni di carriera. Un disco energico, se vogliamo, scontato se non vogliamo. In ogni caso questo nuovo singolo è una delle tracce più intense dell’album.

Piero Pelù, ancora, ha festeggiato i suoi primi 40 anni di successi partecipando per la prima volta al Festival di Sanremo con il brano Gigante e, nella serata delle cover, rendendo tributo a Little Tony con la sua versione rock di Cuore Matto regalando al pubblico la presenza virtuale del cantante scomparso facendo risuonare la sua voce sull’accompagnamento dal vivo.

Oggi Piero è un cantautore che può sbagliare, e anche in questo caso lo fa bene. Ha sperimentato, il rocker fiorentino, per dimostrare che ora gli è tutto concesso. Pugili Fragili di Piero Pelù è la maturazione di un artista completo e sempre più ispirato.

Avanti dai proviamo a studiare i nostri passi
insieme noi possiamo smontare tutti quanti
ma tu lo sai che siamo i migliori salta fossi
e a noi chi c’ammazza?

Ricomponiamo i giorni assenti
e ritroviamoci sorprendenti
siamo strani vincenti
cicatrici che disegnano la vita
con le unghie e coi dentiriconoscersi pugili fragili
pugili fragili fuori dagli angoli

Tu già lo sai che siamo gli uragani e le tempeste
pericoli e terremoti i re delle incertezze
ma tu lo sai che siamo in un rito di passaggio
e a noi chi c’ammazza?

Ricomponiamo tutti i frammenti
e mescoliamo gli elementi
siamo strani vincenti
cicatrici che disegnano la vita
con le unghie e coi denti
riconoscersi pugili fragili

Pugili fragili fuori dagli angoli
pugili fragili fuori dagli angoli
pugili
pugili fragili fuori dagli angoli
pugili pugili fragili fuori dagli angoli

Gira ancora la bufala sulla morte di Eminem da uno scherzo di un utente: “L’ho ucciso”

La morte di Eminem è una bufala, ma nonostante l’assenza di riscontri ufficiali continua a girare su Twitter per colpa dell’hashtag #RipEminem. Tutto sarebbe partito da un utente che nelle ultime ore ha twittato la frase “I killed Eminem”, letteralmente: “Ho ucciso Eminem”, accompagnata dall’hashtag che non conosce battuta d’arresto.

Come accade per ogni bufala virale, tantissimi utenti hanno creduto all’hashtag senza verificare e per questo l’argomento è in forte tendenza su Twitter. Parliamo di mancata verifica in quanto gli stessi utenti hanno preferito unirsi all’hashtag anziché verificare l’attendibilità della notizia. L’account che ha fatto partire la bufala, probabilmente per evitare di essere individuato o probabilmente raggiunto da pesanti shitstorm ha privatizzato il suo account restringendo la privacy ai soli follower.

Tuttavia il web, come sappiamo, non dimentica e lo screenshot del suo tweet è in libera circolazione sulle bacheche. Per il momento il rapper di Detroit non ha rilasciato smentite ufficiali ma l’assenza di riscontri attendibili sulle testate internazionali ha fatto sì che il silenzio facesse da smentita.

Il problema della viralità delle bufale è una piaga del mondo dei social: la bufala sulla morte di Eminem è solo un ultimo episodio di un fenomeno che non conosce resa. Una notizia di una certa portata – e la dipartita della voce di Lose Yourself è di certo una news di un certo peso – ottengono sempre una certa visibilità dal pubblico più compulsivo e disattento, e tantissime volte i diretti interessati si sono trovati a smentire palesi voci di corridoio sulla loro incolumità.

C’è chi sostiene che l’utente abbia voluto inscenare una delle classiche tragedie che di tanto in tanto colpiscono il mondo del rap: i rapper, infatti, spesso cadono vittime di agguati da parte di gang rivali, specialmente nel contesto del Bronx newyorkese o semplicemente per vecchi attriti con diverse realtà.

Non è il caso di Marshall Mathers, per fortuna: la morte di Eminem è l’ennesima bufala creata con assoluta semplicità ma che ha trovato nella rete una fortissima cassa di risonanza tanto da salire nei trend anche tra gli utenti italiani, anch’essi particolarmente avvezzi a condividere bufale che rispondono alla loro pancia.