Il ‘Concertone’? Una noia mortale!

primomaggio2013

Come ogni anno, riempio il mio zaino di acqua e snack ed esco di casa in direzione Piazza San Giovanni. Il clima è mite, ma non ho voglia di portarmi un ombrello. In fondo siamo a maggio e farà caldo in mezzo a quella calca infinita. Arrivo che è ancora prestino, ma il ‘Concertone’ è già iniziato.

Un ‘Concertone‘ che è stato preceduto dalle polemiche. Al giorno d’oggi, però, si sa che le polemiche lasciano il tempo che trovano. Sono anzi, un ottimo propellente per spargere la voce. Sono la miglior pubblicità.

Ne parlo con un ragazzo sardo. Si trova vicino a me e si sta leggermente annoiando. Gli chiedo se ha sentito la ‘storia di Fibra’ e della sua espulsione e mi dice che è un pò deluso dal fatto che Fabri Fibra non ci sarà. Però è contento perché finalmente vedrà Elio e le storie tese. “Elio e le storie tese!?!? Ma come? Non avevano fatto una canzone che prendeva in giro il primo maggio?” – gli dico, sorpreso.

Il ragazzo mi guarda un po’ perplesso e risponde: “Si, se è per questo avevano anche manifestato la loro solidarietà nei confronti di Fabri Fibra, dichiarandosi come ogni forma di censura. Oggi è uscito anche il loro video di Complesso del primo maggio, il pezzo al quale alludi tu”.

Saluto il ragazzo, ringraziandolo delle spiegazioni e sempre più perplesso mi metto ad ascoltare. Sul palco c’è un rapper. Geppi Cucciari lo presenta dicendo che è il ‘rappresentante del freestyle‘. Mi faccio spiegare da un amico cos’è il freestyle e scopro che si tratta di una nobile disciplina propria dell’Hip Hop che consiste nell’improvvisare i versi. Il ragazzo sul palco è bravo.

La Cucciari gli dice alcune parole: “Primo maggio“, “Donna“, “Roma“. Lui fa delle rime su queste tematiche. Tutto ciò in meno di un minuto. Mi chiedo se davvero in questo modo la Cucciari abbia valorizzato il suo talento e il genere che rappresenta. Intendiamoci. Per lui sarà un onore. Si vede che è giovane e che ha voglia di mandare un messaggio. Ma chiamarlo sul palco per un minuto (il tempo di un cambio-palco) per farlo rappare senza base è giusto? Pensare che questo ragazzo ha anche lanciato un bel messaggio contro la misoginia, tanto cara alle femministe che hanno chiesto a gran voce l’esclusione del temutissimo Fibra. Una ‘marchetta’? No dai, è il Primo maggio, non voglio essere polemico anche io.

Le ore passano, inizia a piovere ma fa caldo. Fortuna che ci sono gli “Elii“, senza Rocco Tanica. Ma non sta più nel gruppo? Al suo posto c’è un altro pianista, che poi sarebbe il direttore dell’orchestra che si esibirà dopo. Elio e le storie tese cantano insieme ad una cantante bionda che non conosco. Bravina. Sono come al solito simpatici e brillanti, ma ho la netta sensazione che stiano prendendo in giro la piazza con uno pseudo-tributo al rock n roll. Invitano anche Eugenio Finardi, ad interpretare un testo che Elio ha scritto per l’occasione. Carino, simpatico, ma prende di mira scherzosamente i ragazzi sardi in trasferta a Roma e il mio pensiero va proprio al mio interlocutore di oggi. Chi lo sa se è ancora contento di guardare la sua band!

Dopo l’esibizione di Elio è la volta della maxi-orchestra guidata da Vittorio Cosma: un ensemble di musicisti di spessore. Da James Senese a Di Battista. C’è anche Zampaglione che canta Com’è profondo il mare di Lucio Dalla Emozionante. Sul palco  torna Elio e torna anche Ensi, il rapper di cui sopra. Cantano insieme uno dei primi ‘rap’ italiani: prisincolinencionainciusol di Celentano, arrangiandolo con una strofa inedita.

Prima però, c’è Erica Mou e mi chiedo perché. Dopo, inoltre, uno di questi cantautori della nuova generazione (Colapesce) interpreta Viva l’Italia di De Gregori. “Che noia”, penso tra me e me. Perché deve cantarla lui? Una canzone così bella rovinata da un così anonimo cantante.

Chiudono la serata Capossela e Cristiano De Andrè. Aspettavo con ansia l’esibizione di Vinicio, ma sto quasi per addormentarmi e non per la stanchezza. Non mi salva neanche Fiume Sand Creek cantata dal figlio di Faber, perché sono un purista, forse, e dunque preferisco il padre.

In conclusione, aspettando il notturno che mi riporterà a casa penso a questo ‘Concertone’. Erano più divertenti le polemiche. Il resto? Tanta ipocrisia e tanta allegria preconfezionata. Ma tanto l’anno prossimo ci tornerò, anche solo per vedere Enzo Avitabile cantare per la duecentesima volta.