Il ritorno dei Postal Service

Pare sia la volta buona. Sono dieci anni che il loro secondo disco è attesissimo.I Postal Service sono, infatti, una band di culto del pop elettronico di matrice indie. Mancano dai negozi di dischi dal 2003, da quando “Give Up” li ha consacrati come realtà capace di far sognare gli ascoltatori e accontentare anche i critici più esigenti.

 Due anni dopo, le voci di corridoio li davano per prossimi ad un bis, ma i pettegolezzi non si sono mai concretizzati in un disco; e la loro leggendaria fama è finita per precederlo. Qualcuno ha paragonato questa fantomatica uscita a quel “Chinese  Democracy” che ha lasciato appesi i Guns’n’Roses fino al tracollo finale. Un accostamento che profuma di eresia e fa temere il peggio, al quale seguono scongiuri e, per fortuna, anche qualche news.

Difatti una indiscrezione annuncia l’inizio ufficiale dei lavori per la loro rimpatriata, lasciando trapelare un probabile tour e addirittura un concerto dal vivo al prestigioso festival di Coachella. Il sospetto, dunque, è che i lavori per il nuovo album siano iniziati.

E il cantante Cutie Ben Gibbard, intanto, ha già chiarito le ragioni di questo ritardo:

Non abbiamo piani per finire il secondo disco, o almeno, non abbiamo niente che possa essere definito tale. Fare musica al computer implica passare gran parte del tempo col mouse in mano, cosa che, decisamente, non è la mia passione; francamente, preferisco suonarla, la musica, piuttosto che crearla.

Insomma, almeno il tour sembra essere concretizzabile a breve, e poi magari lui ed il suo socio Headset Jimmy Tamborello potrebbero invogliarsi a passare un po’ di tempo in studio assieme; tanto più che un po’ di canzoni, a quanto sembra, sono già pronte. Non resta che incrociare le dita e accontentarsi di una reunion che promette bene, anzi benissimo.