In morte di Joey Ramone: l’icona punk ci lasciava 19 anni fa

La morte di Joey Ramone arrivava alle 19:40, ora italiana, in un ospedale di New York. Era il 15 aprile 2001 e la voce dei Ramones si spegneva per sempre. Joey, al secolo Jeffrey Ross Hyman, era ricoverato per un tumore al sistema linfatico e doveva ancora compiere 50 anni. Prima di morire stava ascoltando il brano In A Little While degli U2.

Come scriveva Repubblica poche ore dopo la triste notizia, l’annuncio era stato dato dai compagni di band sul sito ufficiale dei Ramones.

Nato a New York il 19 maggio 1951 nei primi periodi dei Ramones suonò la batteria per poi passare al ruolo di frontman in quanto Dee Dee Ramone faticava a suonare il basso e a cantare nello stesso momento. Con il loro stile i Ramones seppero reinventare il rock’n’roll con canzoni brevi ma abbastanza punk da scrivere importanti capitoli della storia della scena alternativa.

Da Sheena Is a Punk Rocker Rock’n’Roll High School, fino a I Wanna Be Sedated Pet Sematary, i Ramones erano per stessa ammissione di Joey Ramone i Rolling Stones del punk, mentre i Sex Pistols erano i Beatles.

L’emittente MTV nel riportare la notizia descrisse Joey Ramone con queste parole“I suoi marchi di fabbrica come la giacca di pelle nera, i capelli lunghi fino alle spalle, i jeans strappati e la sua voce semplicemente stupenda fanno di Joey Ramone il padrino del punk“.

“Padrino del punk”.

Ciò che fece grandi i Ramones, soprattutto, fu il merito di esser nati in un contesto in cui il mondo subiva il fascino del progressive rock che richiedeva una certa capacità teorica e stilistica. I Ramones ruppero gli schemi un po’ come fecero i Sex Pistols: quasi ogni elemento era autodidatta e i loro brani, seppur molto simili tra loro specialmente nel primo periodo, diedero un senso a quel rock’n’roll che in quegli anni sembrava un fratello disorientato.

La morte di Joey Ramone arrivò pochi giorni prima del suo compleanno e senza avergli mai fatto conoscere il suo primo disco solista, Don’t Worry About Me che conteneva, oltre a brani inediti, le cover 1969 degli Stooges e la bellissima What A Wonderful World di Louis Armstrong.