“More Light” è il nuovo album dei Primal Scream

Cosa si potrebbe dire? La parola wow sembra la più adatta, e ci starebbe bene anche un punto esclamativo. Non c’è altro modi di commentare le notizie, questa volta certissime, di un ritorno in grande stile per i Primal Scream.

Per chi è cresciuto negli anni 90 non è pura nostalgia, ma la certezza che non esistono gli addii, che non si muore per sempre e, soprattutto, che questa febbre da reunion non sia solo un modo per raschiare il fondo del barile, racimolando qualche spiccio da mettere da parte in vista della pensione.

Invece, per quelli cresciuti nei decenni precedenti le cose complicano: loro cercano magari un’altra parte dei Primal Scream, li vedono come succedanei dei Rolling Stones; e il morbo della nostalgia diventa, quindi, preoccupante, anche se non inopportuno.

Per tutti, e magari anche per nuovi fan, arriverà il 6 maggio l’atteso seguito di Beautiful future, uscito nel 2008 dopo un decennio e più di silenzio.

Il sound magari non sarà l’inedita psichedelia moderna e dancettara del monumentale Screamedelica, ma a sentire ciò che ha dichiarato il cantante del gruppo, lo smilzo Bobby Gillespie, viene già l’acquolina in bocca.

Queste le sue parole ai microfoni della Bbc:

È un disco molto rock’n’roll, ma moderno. Rock molto psichedelico. Molto sbilanciato sulle chitarre, usate però in modo orchestrale, non nel modo nel quale di solito le si impiega negli album rock. Credo che con questo album siamo riusciti ad essere rock ma in modo più interessante della norma. A costituire il nucleo del sound ci sono le chitarre elettriche, l’elettronica, ma anche molti strumenti acustici.

Si intitolerà More Light e in cabina di regia c’è il produttore David Holmes. Gli ospiti? Due sono già stati resi noti: Mark Stewart dei Pop Group e Robert Plant dei Led Zeppelin. Insomma, sono sempre in bilico tra due emisferi sonori i Primal Scream. Una dicotomia di carattere che conquista eccome.