I Motel Connection sul grande schermo

Bizzarra sta storia. La vicenda dei Motel Connection non è singolare ma segue, invece, la traiettoria che è stata anche dei Bluebeaters di Giuliano Palma: progetti nati per divertirsi durante le soste delle band di appartenenza e divenuti un occupazione quasi a tempo pieno.Ci si aspettava dunque un successo tanto dirompente per dei passatempi? La domanda lascia il tempo che trova e l’importante sono i fatti, e dunque il trio di Samuel, nei suoi attimi liberi dai Subsonica, funziona eccome, questo è più che palese.

Aprile segna il ritorno del terzetto dance piemontese. Il 4 aprile è uscito il nuovo album “Vivace” che a detta loro “rappresenta il punto di arrivo di un viaggio musicale che dura da oltre dieci anni. Un percorso continuo di lavoro di ricerca sonora e sperimentazione, che ora si fa più strumentale, rock, e per certi aspetti anche più ‘punk'”.

Cosa c’entrano il rock e il punk? Ebbene non è un segreto, visto che i Motel, già da qualche tour, suonano a raffica la loro versione di Blue Monday, intrecciano il loro percorso con i postumi dei Joy Division, tanto per citare il momento di tangenza rock più plateale. E poi Torino è uggiosa quanto Manchester, quindi ci sta.

Tra l’altro è proprio nei luoghi natii che stringono amicizia con Ensi, il rapper del momento, il quale, dopo aver ospitato Samuel nel suo disco, ricambia il favore con i Connection per un brano che è già in odore di singolarità e ridondanza radiofonica.

Manca qualcosa? Sì, ovvero il riaccordarsi al proprio passato cinematografico.

Se è storica la colonna sonora firmata per il film “Santa Maradona” necessita ora un bis sul grande schermo. È sempre lui a contattarli, il regista Marco Ponti. La band ha già anticipato che il connubio va rinverdito:  “Anche nel suo prossimo film, ‘Passione Sinistra’, Marco ci ha chiesto di dargli una mano, e noi siamo stati ben contenti di aiutarlo”. Una mano lava l’altra, si potrebbe ribadire. Del  resto se il mercato discografico e il cinema non se la passano benissimo, ai tempi di internet, l’unione fa la forza. Insomma, forza ragazzi.