L’8 aprile 1994 fu rinvenuto il corpo di Kurt Cobain, la lettera d’addio fa ancora tanto male

Erano le 9:40 quando Gary Smith, un’ora dopo aver rinvenuto il corpo di Kurt Cobain, telefonò al suo principale per raccontargli che in quella villa era successa una tragedia. Alle 10 tutto il mondo scoprì che il leader dei Nirvana era morto.

Gary Smith si era recato presso l’abitazione che i Cobain avevano vicino al lago Washington per riparare le luci di sicurezza, quando si accorse del cadavere riverso all’interno della serra. Vide il sangue, vide il fucile e vide quella lettera conficcata nel terriccio che conteneva le ultime parole di un uomo che non voleva essere una rockstar.

Ho apprezzato il fatto che io e gli altri abbiamo colpito e intrattenuto tutta questa gente. Ma devo essere uno di quei narcisisti che apprezzano le cose solo quando non ci sono più. Io sono troppo sensibile. Ho bisogno di essere un po’ stordito per ritrovare l’entusiasmo che avevo da bambino. Durante gli ultimi tre nostri tour sono riuscito ad apprezzare molto di più le persone che conoscevo personalmente e i fans della nostra musica, ma ancora non riesco a superare la frustrazione, il senso di colpa e l’empatia che ho per tutti. C’è del buono in ognuno di noi e penso che io amo troppo la gente, così tanto che mi sento troppo fo******mente triste. Il piccolo triste, sensibile! Perché non ti diverti e basta? Non lo so! Ho una moglie divina che trasuda ambizione e empatia e una figlia che mi ricorda troppo di quando ero come lei, pieno di amore e gioia.

Kurt Cobain aveva 27 anni e solamente il 30 marzo aveva tentato di disintossicarsi insieme alla moglie Courtney Love, ma era fuggito dal centro di disintossicazione senza lasciare traccia di sé. Sua moglie, in preda al panico, aveva ingaggiato un investigatore privato per ritrovare il marito.

Kurt Cobain giaceva in quella serra da 3 giorni, questo dissero gli investigatori. Era morto il 5 aprile da solo, dopo aver scritto quella lettera e dopo essersi sparato un colpo di fucile in pieno volto. Una solitudine che stride ancora oggi e che urla forte da quelle parole apparentemente confuse ma che sembrano, in realtà, l’ultimo schianto di lucidità di un ragazzo pieno di dolore.