Lucio Dalla, analisi dell’album che ha rivoluzionato la musica italiana

Al giorno d’oggi siamo abituati a vivere con lo smartphone sempre in mano, con le playlist di Spotify e a volte, nella miriade di canzoni tra cui scegliere, è anche difficile individuare quelle canzoni che hanno tutte le carte in regola per scrivere delle pagine di storia importanti nel mondo della musica.

Lucio Dalla
Lucio Dalla

Senza ombra di dubbio la tecnologia, d’altro canto, consente anche di accedere a un catalogo molto più vasto rispetto al passato, in modo immediato e decisamente pratico, come ad esempio accade anche con i casino legali, spesso c’è il rischio di non gustarsi bene dei capolavori musicali, come ad esempio quelli che ha sfornato una colonna della musica italiana come Lucio Dalla.

Com’è Profondo il Mare

Si tratta di uno degli album con cui Lucio Dalla, effettivamente, riuscì a cambiare il corso della musica nostrana. In quest’album vengono toccati dei registri emotivi tra i più disparati: tra sarcasmo e tenerezza, ma anche tra ironia e una notevole empatia. Un disco che ha offerto la possibilità di uscire molto dallo stile politico che ha caratterizzato gli anni Settanta, per poi ritornare sulla linea dei sentimenti, delle emozioni e di una poetica con meno fronzoli e meno imposizioni.

Un album che è sempre stato spartiacque per la carriera di Lucio Dalla, di cui è stato da poco ristampato anche l’album “4 marzo 1943”, visto che per la prima volta prova a mettersi in proprio, tra musica e parole. Se fino a quel momento, Dalla era considerato come un musicista dotato di un grande estro e talento, con l’album “Com’è Profondo il Mare” fa un vero e proprio salto di qualità, affermandosi come uno dei migliori artisti italiani.

Rappresenta un salto verso il futuro anche la poetica che Lucio Dalla decise di creare per sé stesso, un bel mix tra una realtà vista con uno sguardo surreali e un’intimità intrisa di metafore, ma anche di polvere di stelle. Un luogo meraviglioso dove surreale e reale tendono a unirsi e a diventare una cosa sola.

I registri emotivi che vengono raggiunti sono davvero i più disparati. Si va dal lato più tenero e sarcastico, fino ad arrivare a quello empatico e ironico, per non parlare del tono struggente e a tratti anche decisamente tagliente. Ovviamente, un mix che viene cantato e interpretato in maniera divina: non è un caso che, nel corso della fine degli anni Settanta, tutto il talento di Lucio Dalla emerge in modo impressionante.

Uno spartiacque anche per la musica italiana

Come dicevamo in precedenza, questo album rappresenta un punto di svolta anche per la stessa musica italiana, in cui Lucio Dalla ha indubbiamente un ruolo di primo piano, come viene ricordato anche al programma “Quante Storie” in onda sui Rai 3. In compagnia di altri due cantautori che hanno sfornato degli album clamorosi in quel periodo, ovvero Antonello Venditti con “Sotto il Segno dei Pesci” ed Edoardo Bennato con “Burattino Senza Fili”, la musica italiana viene attraversata da una sorta di moto rivoluzionario.

Infatti, il cambio di direzione c’è ed è perfettamente visibile, fuoriuscendo da quello stile politico che aveva predominato per buona parte degli anni Settanta fino ad arrivare a un rinnovato modo di mettere in evidenza non solo i sentimenti, ma anche le proprie vicende personali, oltre a sfruttare una poetica decisamente più priva di vincoli di ogni tipo.

Non a caso, l’acqua rappresenta il simbolo a cui Lucio Dalla associa la sua metafora più profonda, ovvero l’idea di un grande mare come una sorta di vero e proprio punto di partenza per l’umanità intera, ovvero quei pesci di cui ognuno di noi è diretto discendente.